L’Italia, con diversi governi (Prodi, Berlusconi, D’Alema, Prodi e nuovamente Berlusconi) si è impegnata ad acquistare 131 velivoli per un costo complessivo di 16 miliardi di euro nel miraggio di ritorni occupazionali ed economici per le aziende che partecipano al consorzio guidato da Lockheed Martin e Base System che coinvolge anche l’italiana Finmeccanica. Ma quello del supercaccia si è rivelato un progetto con grossissimi problemi tecnici e costi completamente fuori controllo, tanto da spingere gli Stati Uniti a ripensare e addirittura mettere in forse l’intero programma. (…)
L’F-35 può trasportare anche armi nucleari secondo la logica dell’US Air Force ed è anche il primo caccia sottoposto al Chemical and Biological Program, al fine di ottenere il requisito necessario che assicuri sia una capacità di sopravvivenza all’equipaggio, sia una capacità di resistenza alla degradazione del velivolo dopo un attacco chimico o biologico. La crescita dei costi dell’F-35 viene paragonata a quella dell’F-22 Raptor, programma terminato anzitempo proprio per la elevata spesa: il prezzo unitario del velivolo si attesta su una media di 92,4 milioni di dollari contro i 50 previsti nel 2002, l’intero programma ha già raggiunto la cifra di 382 miliardi di dollari in 25 anni per l’acquisto di 2.457 aerei. In sostanza il budget è stato sforato del 64% rispetto alle previsioni, oltre il limite del 50% stabilito dalla legge Nunn-McCurdy che prevede la cancellazione di un programma. Dunque per continuare si deve definire questo programma vitale per la sicurezza del paese. La Gran Bretagna, per esempio, ha deciso come si evince dal bilancio 2011 della MoD (Ministry of Defence) di rinunciare alla versione a decollo corto e atterraggio verticale, per le sue portaerei e punta solo al modello C convertendo le Queen Elizabeth con cavi d’arresto e catapulte. (…)
Sia la Marina USA che quella italiana, che nel dicembre 2010 ha svolto a bordo della portaerei Cavour una riunione con rappresentanti delle agenzie governative americane e italiane insieme ai rappresentanti delle ditte Lockheed-Martin, Fincantieri e Selex Sistemi integrati, non hanno un piano B nel caso di una soppressione del velivolo. L’Italia ha deciso per ora di comprare 22 F-35B e nella riunione si sono cercate le soluzioni tecniche più idonee per consentire l’imbarco del velivolo a partire dal 2016.
Andrea Di Stefano
(Il Fatto Quotidiano, 29 agosto 2011)
Pd e
radicali: “Tagliamo F35 e Eurofighter risparmi per tre miliardi dalle
spese militari”
L'emendamento alla manovra correttiva presentato dai senatori Della Seta e Ferrante: "I sistemi d'arma sono sempre più distruttivi e costosi. Oltre 3 miliardi di risparmi: è quanto si ricaverà se verranno accolti i nostri emendamenti per tagliare le spese militari, rinunciando ai programmi di sviluppo e acquisto dei superbombardieri F-35 e degli Eurofighter Typhoon”. Lo affermano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, preannunciando la presentazione di due emendamenti firmati anche da altri colleghi, tra i quali Felice Casson e Ignazio Marino.
“Se c’è un settore da sottoporre a radicali tagli di bilancio – affermano i due proponenti – questa è la spesa per sistemi d’arma sempre più distruttivi e sempre più costosi. Nella situazione attuale di emergenza finanziaria è bene che il nostro Paese ridimensioni le proprie spese militari: cosa buona in sé e cosa utile per avvicinare l’obiettivo del pareggio di bilancio. Per questo abbiamo anche sottoscritto – concludono i senatori del Pd – diversi emendamenti proposti dai colleghi radicali Perduca e Poretti che si muovono nella medesima direzione”.
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