ROMA - Si sono sempre marcati stretti, perché in politica la vera
battaglia è con il vicino di banco, non con chi sta dall’altra parte.
Ma è negli ultimi mesi che i loro destini, anzi le loro ambizioni si
sono incrociate più volte: per la poltrona di segretario del Pdl, per
la scrivania di ministro della Giustizia, per il trono di
amministratore unico del Pdl lombardo e quindi successore del viceré
Roberto Formigoni. No, davvero non bastano la scuola, i concorsi per i
giovani o le assunzioni dei precari a spiegare l’ultimo round fra
Mariastella Gelmini e Maurizio Lupi. A prima vista potrebbe sembrare
una questione tecnica, anche importante, ma in fondo per addetti ai
lavori. E invece dentro ci sono tutti gli ingredienti del perfetto
scontro di potere, comprese le dichiarazioni ufficiali prudenti e una
discreta dose di ferocia che si intravede dietro i virgolettati. Fino
al duello aperto di giovedì, durissimo, con la Gelmini che urlando
chiedeva la marcia indietro di Cl e Lupi che le rispondeva anche lui ad
alta voce e a brutto muso. Ieri i due si sono rivisti. Nessuna pace, ma
all’uscita si sono infilati le tute da pompiere: «Non c’è un problema
politico con Mariastella» dice Lupi, «Credo alla buona fede di
Maurizio» conferma Gelmini. Sarà. Dopo una breve luna di miele
all’inizio della legislatura, sono ormai mesi che Comunione e
Liberazione - leggi Maurizio Lupi e Mario Mauro - attacca la Gelmini.
Il grande guru Giorgio Vittadini le ha dato addirittura della
«statalista», ha detto che era meglio «un signore comunista come Luigi
Berlinguer». E in un’intervista all’ Avvenire - che quindi vale doppio
- ha pure aggiunto che la «Gelmini intona il de profundis della scuola
paritaria, che non può assumere». L’accusa è di aver «congelato i corsi
di abilitazione» favorendo i precari in attesa da anni. «Cl ha sterzato
a sinistra», ha scritto il Giornale sostenendo che dietro ci sono
motivi economici, e il fatto che Cl ha un ruolo importante proprio in
quei corsi. «Feltri fa tanti danni», minimizza Lupi. Ma forse
l’interpretazione non è dispiaciuta al ministro dell’Istruzione: «Quel
regolamento - dice Gelmini - è stato approvato nel settembre 2010, sono
molto sorpresa che questa contestazione sia nata ad un anno di distanza
anche perché sono da sempre aperta al confronto con Cl». Un attacco a
freddo, secondo lei. Che fa il paio con un’altra piccola notizia dal
grande significato politico. Solo due giorni fa nel parlamentino del
Cnsu, l’organismo di rappresentanza degli studenti universitari, Cl e
sinistra hanno votato insieme spaccando la maggioranza. L’ennesimo
segnale che tra Gelmini e Lupi il problema non è tecnico ma politico. E
che forse siamo di fronte al pezzo di un problema più grande, quello
dei rapporti fra Berlusconi e i cattolici. Con un occhio, anzi tutti e
due, a quello che succederà in Lombardia. Qui nel Pdl si combatte un
altro duello, quello tra Lupi e Formigoni. Dopo che il governatore si è
smarcato da Berlusconi, con la proposta delle primarie e le critiche ai
tagli delle due manovre estive, Lupi sta cercando il sorpasso a
sinistra per recuperare il voto cattolico. E questo perché consapevole
che «l’amica Mariastella» ha da sempre rapporti migliori con la Lega.
Quest’anno la Gelmini è stata tra i pochissimi ministri non ospitati al
meeting di Rimini. Onorevole Lupi, sarà invitata l’anno prossimo? «Ma
guardi che chi viene non lo decido mica io». Ecco, nemmeno un «mi
auguro di sì» di facciata. Lorenzo Salvia 10 settembre 2011 10:19
Lorenzo Salvia
Corriere della sera.it, 10 settembre 2011 10:19
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