Premetto che quanto da me scritto, non vuole essere un atto accusatorio contro qualcuno, ma solo una testimonianza per cercare di aiutare quelle dinamiche di trasparenza procedurale, più volte richieste anche in sede di interrogazione parlamentare e sicuramente perseguite sia dal Formez che dal Miur, in riferimento alle prove preselettive per il concorso DS. Dall’articolo su Aetnanet con titolo “ DDG 13.7/2011 Concorso DS. Fac-simile istruzioni candidati prove preselettiva “, al link http://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/2011/allegati/allprot7971_11.pdf si possono vedere in fac-simile le tipologie delle schede che saranno distribuite alla prova preselettiva. Da una attenta analisi è possibile dedurre che uno dei punti critici delle schede da consegnare nelle prove, è il numero d’ordine ( da 1 a 100 ), associato alla possibilità di lasciare in bianco tutte le domande che il candidato desideri. Visto che le schede devono essere impersonali, ovvero non è consentito, pena l’esclusione, apporre qualunque segno di riconoscimento sul foglio a lettura ottica o sulle buste, è necessario evitare di rendere efficaci sistemi di identificazione del candidato, associabili alle schede da correggere. In questo contributo si vuole fare un’ipotesi di riconoscibilità numerica che potrebbe rendere labile il concetto di trasparenza procedurale della prova. Consideriamo che un candidato risponda a sole cinque domande su cento, sovrapponendo sulla scheda i cinque pallini con la penna biro nera. Secondo il numero d’ordine, ipotizziamo che le cinque domande siano: 1, 2, 3, 49, 100, con una somma identificativa di 155, data dalla somma aritmetica dei numeri d’ordine delle cinque domande ( 1+2+3+49+100 = 155 ). Il numero 155 è la prima chiave di riconoscibilità, se a questa si aggiunge una seconda chiave, rispondendo, ad esempio, B-A-C-C-A con la seguente sequenza ( 1-B; 2-A; 3-C: 49-C; 100-A ) l’identificazione è certa e soprattutto univoca. Questa doppia chiave, ma se ne possono fare infinite, può rendere inutile la presenza della busta piccola dove inserire il nome del candidato e la pratica dei codici a barre atti a garantire l’anonimato. Come si potrebbe ovviare a questa breccia identificativa ? In primo luogo nel bando si doveva inserire un numero minimo di domande a cui rispondere per poter consegnare la scheda, almeno il doppio di 20, numero massimo di domande da poter sbagliare per superare la prova. Inoltre sarebbe stata utile, per la trasparenza della prova, la dichiarazione scritta, in sede di consegna della scheda, del numero di domande a cui è stata data risposta. In ultima istanza si sarebbe dovuto provvedere ad eliminare dalle schede da correggere il numero d’ordine. Nella speranza di aver dato uno spunto attendibile, che possa servire, in qualche modo, ad evitare possibili disguidi procedurali, rimango in attesa di un confronto costruttivo, che possa controbattere le mie analisi crittografiche, da parte di chi è interessato all’ottimizzazione della non identificabilità dei candidati DS alle prove preselettive del 12 ottobre 2011.
Aldo Domenico Ficara
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