Abbiamo
letto con ritardo, ma con crescente incredulità e con qualche sorriso,
la lunga e accorata lettera del Prof. Giovanni
Torrisi, Dirigente scolastico del
Liceo scientifico “Boggio Lera” di Catania, pubblicata su “La Sicilia”
di domenica 9 ottobre.
Egli lamenta come “oggi tentare di essere persona perbene con dignità
“costa”.
Nel parlare comune il “perbene” si riferisce generalmente all'osservare
le leggi, per il Torrisi nel violarle.
Un comportamento tanto più censurabile in un prestigioso funzionario
statale, cui compete nell'organizzazione della scuola il garantire,
nella crescita dei futuri cittadini, gli studenti, lui affidati, il
rispetto delle istituzioni della Repubblica, ivi compreso il culto
della legalità, l'osservanza delle leggi e delle sentenze.
Ad esse il Torrisi contrappone, con umiltà, le sue “ caratteristiche di
persona e di preside, non certo immune da imperfezioni, ma, portato
naturalmente a comportamenti rispettosi dei diritti altrui, se diritti
sono” (sottolineatura nostra).
Imperfetto sì, ma capace di giudicare, oltre e contro la legge e la
magistratura, se possa o no consentire; un monarca assoluto, quasi
vicino a Dio.
Ora la magistratura lo ha condannato:
per aver violato l'obbligo di informazione preventiva alla
Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU), relativamente al piano delle
risorse complessive per il salario accessorio e all'attuazione della
normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro;
per condotta antisindacale (art. 28, Legge 300/70), attraverso
l'adozione di provvedimenti disciplinari illegittimi nei confronti dei
docenti componenti la RSU.
Così stanno le cose, ed è impossibile per Torrisi, come per Berlusconi,
agitare il “legittimo impedimento, a volte anche a tutela dei docenti
della scuola”. Una frase oscura, così come quella relativa ad una
“persecuzione delle cose”. Vogliamo pensare che volesse scrivere
“prosecuzione”, ma l'amarezza per l'offesa ricevuta, la condanna, ha
inceppato la penna. Una congiura dei giudici. Piccoli Berlusconi
crescono.
Ma lasciamo il preside ai suoi tormenti.
Quello che ci interessa, e serva da monito a chi di Torrisi volesse
seguire le orme, è che la giurisprudenza si sta consolidando.
Alla sentenza ottenuta dall'Avv. Antonio Leonardi, si accompagnano
analoghe sentenze (Velletri, 27/09/2011; Lucca, 14/07/2011; Catania,
15/09/2011) che possono essere lette sul sito della FLC CGIL nazionale
(http://www.flcgil.it/scuola/negare-la-contrattazione-d-istituto-e-comportamento-antisindacale.flc):
esse affermano il principio giuridico che il Contratto Collettivo
Nazionale di Lavoro (CCNL) 2006/2009 è tuttora vigente, e che pertanto
la contrattazione integrativa d'istituto si deve sviluppare nei modi e
sui contenuti previsti dall'art. 6 del CCNL, e che delle norme Brunetta
si può fare strame.
(All'interno la lettera del preside
Tporrisi a La Sicilia di Catania)
per il Coordinamento provinciale
LAVORO SOCIETA'
Gabriele Centineo
La lettera del preside Torrisi a
La Sicilia
Torrisi: «Sempre rispettoso dei diritti altrui»
Giorni fa è stato pubblicato sul
quotidiano "La Sicilia" un articolo intitolato: "La diatriba al Boggio
Lera - giudice dà ragione ai Cobas". In esso, riportando parti
estrapolate dal contesto del dispositivo e mancanti di completezza, si
evidenziavano comportamenti antisindacali, censurati dal giudice, che,
in verità, hanno lasciato molti lettori, che conoscono il mio modo di
essere, piuttosto increduli. Devo dire che anch'io sono rimasto un po'
incredulo, conoscendo atti e fatti, e non solo quelli cui si fa
riferimento nell'articolo forse producendo più consistente incredulità.
Ma, considerato che non ritengo che sia necessario dar seguito a ciò
che non mi consentirebbe di mantenere il mio "stile", come il suddetto
articolo, visto che mi fido della capacità di "leggere" del lettore, in
particolare di chi ha avuto modo di conoscere le mie caratteristiche di
persona e di preside, non certo immune da imperfezioni, ma, portato
naturalmente a comportamenti rispettosi dei diritti altrui, se diritti
sono, in ogni caso aperto e disponibile, chiaramente però, per rispetto
alla mia dignità e al mio ruolo, non propenso ad accettare
l'illegittimo e l'arbitrario, il cui accoglimento non troverebbe alcuna
giustificazione.
Non intendevo pertanto rispondere, ritenendo più opportuno occuparmi di
altro, in particolare della scuola. Ma amici e conoscenti fra cui
diversi docenti - anche non più in servizio al "Boggio Lera" - facendo
leva sulla realtà di oggi che evidenzia spesso poca attenzione per la
realtà delle cose, tendenza a recepire i fatti come vengono presentati;
frequente richiamo alla legalità non vissuta, frequente incapacità di
"leggere", mi hanno sollecitato a scrivere, per evitare che passi una
persecuzione delle cose che, benevolmente, è da dire non corrispondente
al vero. Se non altro per tutelare l'immagine del "Boggio Lera", che
risulta un po' intaccata, senza che nessuno abbia avvertito l'esigenza
di difenderla.
Non mi va di scendere nello specifico, si potrebbe dare spazio ad un
"battibeccare" che non qualifica nessuno. Potrei argomentare sul
dispositivo del giudice che parla "solo" di parziale accoglimento del
ricorso; potrei far riflettere sul significato della compensazione
delle spese disposte dallo stesso giudice; potrei precisare sul perché
è stato ritenuto illegittimo il procedimento disciplinare attivato
dallo scrivente, sulla manomissione di un atto, che il giudice non
disconosce ma sostiene che, nel caso specifico, occorreva procedere in
sede penale e civile; potrei argomentare sul perché il giudice dà
ragione allo scrivente sulle materie di contrattazione, ormai ridotte,
dopo la legge 150/2009, e tanto altro che darebbe una visione "più
completa e chiara" del dispositivo. Ma non lo faccio, per i motivi
suindicati, che ritengo vengano compresi.
Si, è vero, il giudice ha invitato lo scrivente a fornire alcuni
documenti in tempo utile e con maggiore completezza, e ciò è stato
ritenuto di rilevanza antisindacale. Chi ha avuto modo di conoscere
atti e fatti, se che c'è stato sempre, da parte dello scrivente
costante disponibilità a fornire quanto previsto dalle disposizioni di
legge, ma in qualche caso non si è potuto per legittimo impedimento, a
volte anche a tutela dei docenti della Scuola, che però il giudice,
sulla base di norme e disposizioni giurisprudenziali, ha ritenuto di
non dover accogliere. Potrei dire tanto altro, come evidenziare che lo
scorso anno lo scrivente, a proposito di assemblee sindacali, ha
consentito anche quelle dei precari della provincia, che hanno avuto
modo di esporre le loro ragioni durante un Collegio Docenti, e ciò a
riprova di tendenze antisindacali del sottoscritto, ma non ritengo sia
necessario Infine, oggi tentare di essere persona perbene con dignità
"costa", perché il mondo dei più spesso preferisce percorrere altra
strada.
Giovanni Torrisi
Preside Liceo Scientifico Statale
"Boggio Lera"