La distinzione e
contrapposizione, nel concorso per Dirigenti Scolastici, tra idonei e
bocciati, sono un falso problema, perché si dimentica il nocciolo della
questione: l’errore. Errore
dal latino error, derivazione di errare ossia vagare, sbagliare; in
origine aveva il significato di sviamento, poiché derivato dal
verbo erro=vagare, , quindi col valore di "deviazione dalla giusta via"
(error viarum). Nella prova
preselettiva del 12 ottobre scorso i numerosi errori hanno determinato,
in chi è abituato al ragionamento e alla riflessione, una deviazione
dalla giusta via, la via della correttezza docimologica e di
contenuti. Il problema deontologico di molte associazioni, che
prima della prova, visti gli item proposti, gridavano allo
scandalo, è quello di far finta di nulla, giustificando che tutti
sapevano, quanti e quali erano gli errori, e quindi tutti partivano
alla pari. La logica di questa etica del minimizzare le azioni di chi
ha organizzato la procedura concorsuale, errori ed imperfezioni
docimologiche comprese, è strategicamente sbagliata e per nulla
educativa, perché crea condizioni di assuefazione
all’imprecisione, alla superficialità e alla mancanza di responsabilità
professionale.
Da alcune associazioni si levano riflessioni sui tribunali
amministrativi che, a loro parere, sono stati istituiti per
correggere abusi o vizi di legittimità in casi puntuali, e non per
sostituirsi alle commissioni di esame, ammettendo in massa alle prove
successive coloro che non hanno superato le precedenti. In matematica
come in fisica riuscire a risolvere un problema corretto nei contenuti,
è indice di preparazione, ma se un candidato risolve un problema
errato nell’impostazione, nulla si può dire sulla sua conoscenza e
competenza nella materia, e quindi nulla si può dire sulla sua idoneità
disciplinare. Al contrario un docente che individua l’errore di ciò che
gli è proposto, evidenzia capacità critiche e nello stesso tempo
competenza nei contenuti. Da quanto detto, si può eliminare, nel
contesto errato della prova preselettiva, la distinzione tra idonei e
non, perché non si può capire chi dei due gruppi lo è o non lo è.
In altre parole è idoneo chi risolve a
memoria, senza riscontri logici, un problema sbagliato o chi si
accorge dello sbaglio proposto? La mia convinzione in
merito, essendo un docente libero da condizionamenti esterni, è quella
di condividere l’esito delle sentenze della magistratura
amministrativa, e nel caso, vista l’indagine della polizia postale per
le fughe di notizie degli item proposti, anche quelle della
magistratura ordinaria, qualunque esse siano. Gli aspiranti DS sono
tutti liberi di fare ricorsi e controricorsi, perché la legge lo
permette. Sono tutti liberi di
tutelare i propri interessi violati e di condividere riflessioni pro e
contro la prova preselettiva del concorso DS. Sono tutti liberi
di controllare se nelle commissioni del concorso ci sono iscritti alle
associazioni schierate nel contendere e di pensare che la
magistratura possa sostituirsi alle commissioni, se queste ultime hanno
gestito una preselezione errata sia nella forma che nella sostanza, e
guai se così non fosse. Anche i magistrati del TAR del Lazio
sono liberi di esprimere le loro sentenze, che non vanno giudicate ma
eseguite, ed io sto con loro e con le loro decisioni.
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicoficara@alice.it