L’Italia,
agli occhi di molti suoi cittadini, è il Paese degli accordi
trasversali, della corruzione, delle leggi ad personam, del
condizionamento mediatico, del “combattiamo e partite “ e del “
risaniamo e pagate “. L’architetto Massimiliano
Fuksas definisce gli italiani “figli di un Dio minore”, abituati
a vivere in una soglia sotto la povertà, in un Paese dove avviene ciò che altrove non
avviene, dove si convive con il degrado della sporcizia ( materiale e
morale ), dell’approssimazione, dove
le città hanno perso il 30% dell’alberatura senza che nessuno
dicesse nulla, dove ovunque è
possibile cementificare, dove i
cittadini e governo vivono delle mancanze reciproche, i primi
operano in modo che lui definisce “non perfetto”, ed il governo si
accontenta di governare. Ma, se è vero che un governo si accontenta di
governare, probabilmente anche i suoi concorsi saranno gestiti
con la stessa sufficienza? Da quanto visto nelle procedure dell’ultimo
concorso a Dirigente scolastico sembrerebbe proprio di si. Errori,
disorganizzazione, pressappochismo e tanta fretta di finire ( prima del
1/9/ 2012 ), sono gli ingredienti principali di un concorso nato per
fare avvilire e demoralizzare migliaia di docenti, che si sono
avventurati speranzosi nelle sue spire velenose, incappando in una
prova preselettiva vessatoria, che li ha frastornati e
disorientati. Questi docenti ingiustamente “eliminati” dal Formez
Italia spa, hanno tentato di far valere i propri presunti diritti
violati, facendo ricorso al TAR del Lazio prima e al Consiglio di Stato
poi, ricevendo sempre ordinanze di rigetto, motivate con
tautologismi al limite della provocazione e generalmente destinati a
rivelarsi superflui. Già superflui, come la superficialità di governare
tanto per governare, come organizzare concorsi tanto per organizzare,
come demotivare tanto per demotivare, come indispettire i
cittadini tanto per indispettire. Questi ultimi due mesi sono stati un
susseguirsi di notizie altalenanti per molti ricorrenti al concorso DS,
che sono passati dalle speranze di un possibile ottenimento di
sospensiva, alle delusioni di un rigetto irreversibile delle loro
istanze. In questo contesto, quasi irreale, troneggia la posizione
della Associazione Nazionale Presidi, che con toni trionfalistici e di
vittoria ( non si capisce su chi e su cosa ) afferma: “ Con decreti del
Presidente della sesta sezione il
Consiglio di Stato non ha concesso l'ammissione alle prove scritte del
concorso a dirigente scolastico ai ricorrenti che avevano impugnato, di
fronte al TAR Lazio, il mancato superamento della prova preselettiva
svoltasi il 12 ottobre scorso e che, successivamente, avevano
presentato appello al massimo organo della giustizia
amministrativa. Consideriamo questo un fondamentale risultato
sulla strada della salvaguardia del concorso, alla quale abbiamo
contribuito attivamente promuovendo e sostenendo la resistenza - come
controinteressati - dei docenti ammessi alle prove scritte. E ciò, sia
detto ancora una volta per maggiore chiarezza, senza alcun intendimento
contrappositivo nei confronti dei tanti che non hanno passato la
preselezione, ma solo perchè l'Anp ha ritenuto, come associazione
professionale e come sindacato, di dover contribuire al rispetto delle
regole, di dover sostenere i diritti di chi aveva diritti da tutelare,
senza impedire a nessuno di presentare ricorsi (ce ne sono stati
migliaia), nella convinzione che la prova preselettiva, al di là delle
imperfezioni già ampiamente rilevate, abbia comunque visto i candidati
concorrere avendo tutti le stesse opportunità di successo e incontrando
- ancora una volta, tutti - le stesse difficoltà. Il risultato, odierno, come già detto, è di
enorme significato, ma la questione non è ancora chiusa. Ci sarà
ancora bisogno di intervenire quando si discuterà del merito dei
ricorsi presso i TAR del Lazio e delle altre regioni (ricordiamo che
sono state rigettate soltanto le richieste di sospensiva
dell'esclusione dalle prove scritte), nonchè dinanzi al Consiglio di
Stato quando questo sarà chiamato nuovamente a pronunciarsi “. Devo
ammettere che gli idonei sono stati bravi nel tessere relazioni con i
poteri forti della scuola, sono stati bravi nell’attuare tatticismi
giuridici per mandare a vuoto la macchina dei ricorsi di ANIEF, sono
stati bravi nelle comunicazioni mediatiche. Forse è proprio vero, i
ricorrenti, che nel loro animo mantengono sempre viva la fiammella
della logica del “chi la fa l’aspetti “, sono figli di un Dio minore.
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicoficara@alice.it