Importante
precisazione del ministro Profumo: d’ora in poi quando si parla di
assunzioni faremmo bene a pensare a due “scatole”, una più grande dove
contenente gli attuali 200mila delle Gae e una più piccola con i
giovani. Altra novità: i neo-laureati verranno valutati anche per la
capacità di stare coi ragazzi.
Non è durata che pochi giorni l’equa suddivisione, delle auspicabili
25mila assunzioni annue, tra precari storici e neo-laureati annunciata
dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Intervenendo in una
video chat di un quotidiano nazionale, il responsabile del Miur ha
detto che c’è una sproporzioni tra gli aspiranti docenti e quelli che
hanno già accumulato servizio e abilitazioni.
Quindi d’ora in poi quando si parla di assunzioni faremmo bene a
“pensare a due ‘scatole’: una più grande dove ci sono le graduatorie e
una più piccola dove ci sono i giovani. Una volta che avremmo capito
quanti saranno i posti a turn over – ha detto il Ministro - potremmo
dividerli in percentuale sull'una e sulla altra e forse troveremmo il
modo di dare una risposta alle persone che sono in graduatoria e
altrettanto a quelle più giovani”. Nella scatola più grande, ha
specificato Profumo, confluirebbero “più di 200mila persone”; nel
contenitore “molto più piccolo del primo” andrebbero a finire i
neo-laureati.
Al Miur stanno anche progettando un meccanismo per comprendere
se il candidato è effettivamente in grado di tenere la classe e di
coinvolgere i bambini o i ragazzi che la compongono: Profumo ha infatti
annunciato che si sta pensando “a forme di valutazione (test
psico-attitudinali mirati? ndr) non solo basate sulle competenze e
sulle conoscenze, ma anche sulla capacità di stare con i ragazzi. Il
bravo docente ha questo equilibrio, del sapere e del sapersi rapportare
con i giovani. Probabilmente - ha poi aggiunto il Ministro - quello
dell'insegnante è il mestiere più bello del mondo”.
Durante la video chat Profumo ha toccato anche un altro argomento di
stretta attualità: quello dell’elevazione dei requisiti per accedere
alla pensione: Profumo ha spiegato che “ci sono due elementi” da
considerare: “si sposterà nel tempo il picco delle uscite dei
professori per effetto dell'allungamento dell'età pensionabile, ma ci
sono ora alcuni che stanno anticipando. Quindi - ha concluso il
Ministro - per il 2012 c'è una compensazione, per il 2013 la situazione
andrà monitorata”. Per il futuro, però, non ci saranno più differenze:
tutti lasceranno tra i 65 ed i 68 anni. L’unico modo per abbandonare il
lavoro, per evitare la pensione di “vecchiaia”, sarà quello presentare
40-41 anni di contributi. (da LaTecnicaDellaScuola)
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