La disoccupazione
giovanile e' un fenomeno ''drammatico'' che i governi europei devono
affrontare con decisione nel 2012 perche' rischiano di perdersi per
strada una generazione, di far levitare l'esclusione sociale e di
continuare a perdere due miliardi di euro alla settimana, perche' tanto
costano all'Europa i cinque milioni di giovani oggi senza impiego:
l'appello a ''riformare il mercato del lavoro per agevolare l'ingresso
dei giovani'' arriva oggi dal presidente della Commissione Ue Jose'
Barroso, determinato assieme al commissario all'Occupazione Laszlo
Andor a dare uno scossone ai 27. E in particolare all'Italia, che
potrebbe utilizzare meglio i suoi fondi Ue per combattere un fenomeno
particolarmente grave al
Sud.
La disoccupazione giovanile e' un fenomeno che in Italia diventa sempre
piu' preoccupante: secondo gli ultimi dati Eurostat, la Spagna resta al
top della classifica europea con il 48%, e l'Italia la segue con il
29,3%, a fronte di una media che nell'Eurozona si assesta al 21,2%.
Per affrontare queste cifre che costano alla Ue due miliardi alla
settimana, cioe' circa l'1% del pil europeo, la Commissione invita gli
Stati a ''prendere misure immediatamente''. In particolare, chiede di
utilizzare i 30 miliardi del fondo sociale europeo ancora non
sfruttati. Un invito che per l'Italia vale piu' che per gli altri,
secondo Andor, per affrontare un fenomeno che riguarda soprattutto il
Sud del Paese: ''Per affrontare il problema della disoccupazione
giovanile, soprattutto al Sud Italia, serve un utilizzo migliore dei
fondi Ue'', ha detto oggi il commissario.
Bruxelles vuole quindi vedere sfruttati i 30 miliardi del fondo
soprattutto per assicurare che i giovani non siano lasciati in balia
della sfavorevole congiuntura economica che rischia di escluderli dal
mondo del lavoro e quindi sempre di piu' dalla societa'. Tra le
iniziative che propone la Commissione, uno schema che garantisca ai
giovani impiego o formazione entro quattro mesi dalla fine della
scuola, l'aumento del 10% entro il 2013 dei praticantati retribuiti, il
sostegno alle imprese messe su da giovani, l'incentivo al lavoro in un
altro Stato membro, attraverso una formazione ad hoc, visto che tra
oggi e il 2020 si libereranno 73 milioni di posti di lavoro per
personale qualificato.
La Commissione, che ormai non si fida piu' degli Stati, avverte che
''valutera''' le iniziative dei governi, che vuole vedere inserite nei
progetti nazionali di riforma del 2012, per poterle giudicare entro il
Consiglio affari sociali di aprile 2012.
(AnsaEuropa)
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