
Per la prima volta, dopo che alcune ricerche non avevano escluso un potenziale nesso causale tra anni passati tra i banchi e capacità intellettive pur senza giungere a conclusioni chiare, uno studio pare dimostrare numeri alla mano che non solo un rapporto esiste, ma anche che appare correlato con l'incremento progressivo del QI. A definire i potenziali effetti di questa "concausa" ambientale nella determinazione del grado di intelligenza è una ricerca realizzata dal Dipartimento di Statistica dell'Università di Oslo pubblicata sulla prestigiosa rivista dell'Accademia delle Scienza americana PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences).
L'indagine è stata realizzata in Norvegia da un team guidato da Tarin Galloway e Christian Brinch del Dipartimento di Economia dell'ateneo norvegese, che hanno potuto esaminare i dati relativi al QI di moltissimi uomini nati nel periodo 1950-1958, sulla scorta dei valori registrati alla visita militare. L'epoca di nascita non è stata scelta a caso: la riforma scolastica del Paese nordico dal 1955 ha infatti esteso l'obbligo di studi fino alle superiori, combattendo al contempo l'abbandono dalle aule.
Ebbene, per coloro che più sono rimasti a scuola a causa della riforma scolastica la media del Quoziente Intellettivo si è alzata di 0,6 punti rispetto a quanti non hanno avuto questa opportunità. Ma non basta. Ogni anno di scuola in più comporterebbe un ulteriore incremento di 3,7 punti nel QI. «Le abilità cognitive sono legate a una vasta gamma di fattori sociali ed economici – spiega Galloway. Gran parte della rilevanza dello studio deriva dal fatto che vi è stata qualche controversia relativa alla questione se l'istruzione ha un effetto indipendente sull'QI o se le persone con alto quoziente intellettivo sono indipendentemente in grado di raggiungere livelli più elevati di istruzione». Ovvero: anche se non si sa esattamente quale sia la causa e quale l'effetto di un ciclo scolastico prolungato, appare comunque fondamentale il valore il valore dell'istruzione anche nell'adolescenza più avanzata.
(di Federico Mereta da IlSole24Ore)
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