Lettere in redazione
Egregio Direttore,
leggo da un noto quotidiano a tiratura nazionale dell'ennesima
"ricerca" condotta su un campione di studenti tra gli 11 e i 16 anni da
alcun studiosi britannici che avrebbero isolato una nuova "malattia
mentale": la cosiddetta "sindrome da stanchezza cronica". I sintomi
sembrano riassumersi in problemi di memoria, concentrazione, disturbi
del sonno e sbalzi d'umore.
Come se non ne avessimo già a sufficienza di patologie (o presunte
tali) che affliggono i nostri ragazzi in età scolare. Tra ADHD,
Disturbi "Specifici" di Apprendimento, e dislessie varie, penso proprio
si stia passando il limite. Ormai avere un figlio che procede
normalmente nei propri studi senza "ostacoli" di sorta sembra esser
divenuto una rarità!
cordo che da ragazzino, nel mio paese c'era solo un bambino
etichettato con "disturbi di mente" (forse era solo un po' troppo
vivace.) sul totale delle classi delle elementari. e posso assicurare
che, tutti, ciascuno con i propri tempi, sono cresciuti nella più
completa normalità; molti di noi hanno messo su famiglia ed hanno oggi
un lavoro stabile. Mi chiedo, però, cosa sarebbe successo 30 anni fa se
solo avessero effettuato un'indagine conoscitiva (i moderni
"screening") riguardo queste nuove malattie: avrebbero di certo
"diagnosticato" un qualche "Disturbo di Apprendimento" ad almeno 3-4
alunni per classe, stando alle statistiche epidemiche che gli stessi
sedicenti "studiosi" dicono di aver prodotto. Non essendo affatto
ancora ad oggi certe quali siano le vere cause che sottendono a questi
disturbi, le terapie - soprattutto quelle farmacologiche -
sembrano essere basate solo su opinabili basi sintomatologiche e non su
dati scientifici comprovati. Di certo questi sfortunati alunni
rientranti nella categoria "bimbi affetti da DSA" avrebbero intrapreso
un percorso fatto di "terapie cognitivo comportamentali", magari
affiancate dall'assunzione di qualche farmaco psicotropo. il risultato?
Oggi mi ritroverei forse con una dozzina di coetanei con qualche
problema di farmaco o, peggio, tossicodipendenza, visto che questi sono
i reali effetti di tali sostanze.
La società sembra andare verso una medicalizzazione sempre più estrema:
coinvolgere in questo pericoloso "gioco" fasce di minori spesso anche
sotto i 5 anni mi sembra disumano. E non mi si dica che la famiglia non
ha più le competenze e la forza per far fronte ai disagi dei più
piccoli!
Personalmente guardo con sospetto a questo proliferare di nuove
malattie: sembrano nascere dal nulla solo per soddisfare qualche
interesse particolare: mi riferisco alle lobbies farmaceutiche e a
certi medici psichiatri in combutta con loro. Forse sarebbe opportuno
dar voce anche a chi crede ancora che faccia parte dei normali processi
di crescita essere a volte più stanchi del solito oppure più agitati e
vivaci: questo, che piaccia o meno, rientra sotto la definizione di
"Vita"!
A proposito, quel ragazzino etichettato come malato mentale è oggi un
affermato campione di ballo latino-americano. Alla faccia del
disturbo.!
M. G.
(MI.)