Il Venerdì santo e la Pasqua hanno questo di liberatorio, che il pensiero viene distolto dal destino personale e portato molto al di là, fino al senso ultimo della vita, della sofferenza, del corso degli eventi, e ci è dato di concepire una grande speranza.
(dal carcere di Tegel, 25 aprile 1943)
(dal carcere di Tegel, 25 aprile 1943)
Ove invece si riconosce
che la potenza della morte è infranta,
ove il miracolo della risurrezione e della vita nuova
splende in mezzo al mondo di morte,
lì non si pretendono dalla vita cose eterne,
lì si prende dalla vita quanto essa dà,
non il tutto o il nulla,
bensì il bene e il male,
le cose importanti e quelle meno,
la gioia e il dolore,
lì non ci si aggrappa convulsamente alla vita
ma neppure la si getta via spensieratamente,
lì ci si contenta di una misura finita di tempo limitato
e non si attribuisce un valore eterno a realtà terrene,
lì si lascia alla morte il limitato diritto
cha ancora possiede.
E si attende l'uomo nuovo e il mondo nuovo
solo al di là della morte,
dalla potenza
che l'ha vinta.
Il Cristo risorto
porta la nuova umanità in sé,
l'ultimo glorioso sì di Dio
all'uomo nuovo.
che la potenza della morte è infranta,
ove il miracolo della risurrezione e della vita nuova
splende in mezzo al mondo di morte,
lì non si pretendono dalla vita cose eterne,
lì si prende dalla vita quanto essa dà,
non il tutto o il nulla,
bensì il bene e il male,
le cose importanti e quelle meno,
la gioia e il dolore,
lì non ci si aggrappa convulsamente alla vita
ma neppure la si getta via spensieratamente,
lì ci si contenta di una misura finita di tempo limitato
e non si attribuisce un valore eterno a realtà terrene,
lì si lascia alla morte il limitato diritto
cha ancora possiede.
E si attende l'uomo nuovo e il mondo nuovo
solo al di là della morte,
dalla potenza
che l'ha vinta.
Il Cristo risorto
porta la nuova umanità in sé,
l'ultimo glorioso sì di Dio
all'uomo nuovo.
Giusi Rasà