L'insegnante, con trascorsi sportivi e teatrali noti in città, era apprezzato da insegnanti e genitori dei ragazzi, e questo, si legge nella sentenza "gli consentiva di lasciarsi andare a palpeggiamenti sugli alunni più fragili e problematici, grazie alla stima e fiducia di cui godeva - rileva il Gup - e alla indifferenza dei colleghi, alcuni dei quali, nonostante le evidenze probatorie, lo hanno difeso ritenendo che fossero i bambini a non essere credibili".
Le indagini erano state avviate dopo la denuncia di genitori di alcuni alunni, che si sono costituiti parti civili nel procedimento. "Non è una sentenza ma un incidente di percorso - afferma il legale dell'insegnate, l'avvocato Enzo Trantino - e presenteremo ricorso in appello perchè siamo certi che la tesi, assolutamente infondata, non può reggere nel secondo grado di giudizio".