SOLIDALI PER LA "VITA" - CULTURA DELLA DONAZIONE ALL'ISTITUTO COMPRENSIVO DI SANTA VENERINA. Un incontro-lezione-testimonianza, tenuto dall’Aido ripostese “Franco Costarelli”, ha coinvolto tutti gli alunni delle classi V di scuola primaria, e delle I di scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo Statale di Santa Venerina.
Un incontro-lezione-testimonianza, tenuto dall’Aido ripostese “Franco Costarelli”, ha coinvolto tutti gli alunni delle classi V di scuola primaria, e delle I di scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo Statale di Santa Venerina. Con particolare interesse la scolaresca ha seguito l’excursus storico dell’Aido, che da quarant’anni opera nella speranza che un numero sempre maggiore di individui sappia coscientemente trasformare le idee di “società” e “solidarietà” in quella di “responsabilità” a favore della vita umana, unico bene inestimabile.Toccanti le testimonianze rese dal dott. Pippo Di Stefano, già dirigente scolastico, che ha consentito il prelievo degli organi del figlio adolescente, Luigi (tragicamente scomparso nel 1975), da cui aveva appreso la volontà, maturata sui banchi di scuola, di essere donatore; e dalla famiglia Crimi - Musumeci, che ha donato gli organi del proprio congiunto Vincenzo Crimi (primo esempio di contributo alla “Vita”, avvenuto a Santa Venerina). «Spesso non ci pensiamo… Ci sentiamo forti – ha sottolineato Pippo Di Stefano –, mostriamo i muscoli, non abbiamo bisogno di nessuno quando stiamo bene di salute; diventiamo fragili, bisognosi d’amore quando siamo ammalati. La solidarietà è un valore da coltivare sempre, nella buona e nella cattiva sorte».Nel corso dell’incontro, l’istituzione scolastica ha premiato l’ex alunno (oggi studente liceale), Antonio Musumeci, che lo scorso anno ha partecipato, distinguendosi, al Concorso Premio Regionale “Nicholas Green”, con un suo elaborato in cui scriveva: «Fino a pochi anni fa era comune la “diffidenza” all’idea di essere sotterrati senza alcuni dei propri organi. Spesso si trattava, più che di egoismo, di pura ingenuità, di ignoranza. Le cose, per fortuna, sono però profondamente cambiate. Oggi non è più percepita come una scelta “eroica” ma come un grande gesto d’amore. La mia famiglia lo ha fatto. Otto anni fa abbiamo subito la perdita del nonno materno in seguito ad un incidente. Io ero ancora molto piccolo, la mia mamma però me lo ha raccontato. Quando l’hanno chiamata nella stanza dei medici per comunicargli che ormai non c’era più nulla da fare, le hanno chiesto se volevano donare i suoi organi, la mia famiglia ha detto si. Da quel cervello ormai spento molte parti di quel corpo avrebbero potuto generare sicuramente nuove vite … Ogni giorno penso e mi chiedo chi avrà ricevuto i suoi organi e come staranno ora quelle persone. Anche se non le ho mai conosciute, non importa, sono sicuro che ognuna di loro, grazie a questo grande dono ora, pregano per questo Grande Angelo che è stato, il mio nonno Vincenzo … Si può essere solidali con il prossimo in mille modi: con l’aiuto ai più deboli, il soccorso ai bisognosi, il conforto per chi soffre. Ma la donazione degli organi rappresenta un gesto ancora più umano e generoso!».
Un vivo plauso per questo “modo diverso di fare scuola” è stato indirizzato al dirigente scolastico, Mariangiola Garraffo, ed ai docenti, dal sindaco di Santa Venerina, Salvo Greco, dal presidente del consiglio d’istituto, Alfio Trovato e dalla presidente dell’Aido ripostese, Graziella Santoro.
Samus