Quando
arriva sul palco sono quasi le 9:30 del mattino. Hanno appena parlato
il Direttore Generale dell'ASI Fabrizio Tuzi e il Direttore di
ESRIN-ESA Volker Liebig. Quindi compare da dietro le quinte nella sua
tuta blu da astronauta dell’ESA. E la platea dell’Auditorium, gremita
in ogni ordine di posti da una folla di oltre 500 persone, lo accoglie
con un lungo applauso che sembra un abbraccio.
Ci sono, tra gli altri, i giornalisti, i vertici dell'Agenzia Spaziale
Italiana e di quella Europea, le autorità militari e civili; e,
soprattutto, 150 bambini tra gli 8 e i 12 anni. Tutti salutano con un
affetto spontaneo quest’uomo, Luca Parmitano, tornato nel suo Paese
dopo quasi nove mesi di assenza. Di cui sei passati sulla Stazione
Spaziale Internazionale.
E lui ringrazia tutti, prendendo il microfono e raccontando per
circa un’ora la sua vita tra le stelle. Sempre garbato e preciso, ma
anche appassionato e capace di affabulare e coinvolgere come pochi
divulgatori professionisti saprebbero fare. "Ringrazio il presidente
dell’ASI Enrico Saggese (entrato in quel momento con lui
all’Auditorium) e l’Aeronautica Militare e la Scuola italiana - ha
esordito Parmitano - perché lassù ho sentito davvero il sostegno del
mio Paese, il sostegno dell’Italia".
Alcuni cronisti forse coglieranno "la notizia" dell'intera giornata
solo in un inciso, che lo stesso Parmitano tira fuori un momento prima
di cominciare la conferenza stampa vera e propria. Quando rivela che
proprio la scorsa settimana ha incontrato i vertici della commissione
NASA che aveva appena terminato di indagare sulle cause dell’incidente
durante la seconda 'passeggiata spaziale' (EVA).
Chiarendone definitivamente la dinamica e, non ultimo, il pericolo
molto serio corso da Luca. "I want you know your actions saved your
life (traduzione: Voglio che tu sappia che il tuo comportamento ti ha
salvato la vita)": sono le parole - riportate da Parmitano - con cui il
capo della Commissione Chris Hansen ha commentato in modo estremamente
chiaro, direttamente al nostro astronauta, quale avrebbe potuto essere
la posta in gioco.
"Il guasto era in una pompa interna alla tuta, che serve a separare
l’acqua e immette aria nel circuito di ventilazione" spiega
Parmitano, rispondendo ad una domanda. "Questa pompa funziona come una
centrifuga, con 8 piccoli buchi che scaricano il liquido: erano tutti
otturati, quindi l’acqua finiva nel circuito di ventilazione che la
riversava direttamente nel casco al posto dell’aria" ha concluso il
nostro astronauta, lasciando ben intendere quali avrebbero potuto
essere le conseguenze se non ci fosse stata prontezza nel reagire
all’incidente.
Un altro momento toccante - che rende 'la cifra' dell’uomo - è quando
scorrendo una selezione delle tante foto dalla ISS, Parmitano si
sofferma su una che lo ritrae di spalle con indosso la maglia della
nazionale italiana alle ParaOlimpiadi.
"Si parla tanto di miei meriti, ma io sono stato selezionato da altri,
non ho meriti particolari", spiega Luca. "Pensate invece a questi
disabili capaci di fare cose straordinarie: dedico questa foto a tutti
gli atleti paraolimpici italiani. La loro forza e il loro coraggio - ha
aggiunto - quelli sì che sono un esempio, per tutti noi".
Ma Luca ama anche alleggerire i toni e, quando un giornalista gli
chiede che consiglio darebbe alla sua collega e astronauta italiana -
che l'anno prossimo sarà protagonista di una nuova missione di lunga
durata sulla ISS - Samantha Cristoforetti, risponde al volo: "Samantha
oltre che una donna e professionista straordinaria è una amica e
io lo dico sempre: avessi metà del suo cervello sarei due volte più
intelligente (…) Quindi solo un consiglio: Samantha, sii te stessa".
Le foto scorrono, Parmitano si commuove davanti a quelle della sua
isola, la Sicilia, ritratta in una serie di scatti magnifici al centro
del Mediterraneo. E poi ancora altre immagini, che documentano il
lavoro scientifico a bordo e l’utilità dell’osservazione della Terra
dallo Spazio per intervenire meglio su fenomeni naturali e catastrofici
(come le nubi di sabbia che il vento spinge dalle coste dell’Egitto
verso l’Europa o i recenti incendi nel Sud della California).
Ma il tempo passa velocissimo e l’agenda del nostro astronauta, fitta
di impegni istituzionali (a cominciare dall’incontro con il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano) costringe ai saluti. E lui si
ferma ancora un momento, per chiedere l’attenzione di tutti: "Da lassù
- spiega - ho pensato spesso guardando verso la Terra che noi abbiamo
solo un Mondo, solo questo. Proprio nelle ultime ore, pensando già al
rientro, alla mia famiglia, io realizzavo a che fortuna straordinaria
abbiamo a viverci, su questo mondo. Dobbiamo averne cura. Per noi. Per
il presente. Ma soprattutto - ha concluso - per il futuro".
Asi.it