Una recentissima sentenza
del Giudice del lavoro di Como (n° 231 del 10 luglio 2014) ha riportato
di attualità la questione della duplice sperequazione retributiva dei
dirigenti scolastici: verso l’esterno (cioè rispetto a tutti gli altri
dirigenti di seconda fascia del MIUR) e verso l’interno (cioè fra di
loro, a parità di fascia delle scuole loro affidate ed unicamente in
ragione delle modalità di accesso alla funzione dirigenziale).
Nel primo caso, a conferma di una linea giurisprudenziale che non ha
fin qui conosciuto eccezioni, il giudice ha rigettato la richiesta,
considerandola infondata. Nel secondo, ha invece accolto la tesi del
ricorrente, riconoscendo il diritto a percepire un’indennità aggiuntiva
da calcolarsi secondo un criterio analogico rispetto alla RIA degli
ex-presidi.
Come è noto, ANP ha sempre sostenuto la sussistenza di tale diritto ed
ha anche messo a punto, circa un anno e mezzo fa, un modello di diffida
e messa in mora, invitando tutti i colleghi interessati a
sottoscriverlo ed inviarlo all’Ufficio Scolastico Regionale con il
quale hanno stipulato a suo tempo il contratto di lavoro (http://www.anp.it/anp/doc/perequazione-retributiva-interna-per-tutti-i-dirigenti).
La nuova sentenza rappresenta un passo in avanti verso il
consolidamento di una giurisprudenza favorevole al riconoscimento di un
diritto elementare e rafforza la posizione da noi sostenuta. Invitiamo
quindi quanti, fra i colleghi interessati, non avessero a suo tempo
inviato la diffida a farlo adesso, utilizzando
il modello che alleghiamo, leggermente modificato rispetto a quello
originario. Anche coloro che avevano già inviato la diffida possono
reiterarla adesso, nella nuova versione (che comunque è molto simile a
quella originaria).
Stiamo valutando l’ipotesi di avviare, in autunno, alcuni
ricorsi-pilota per esplorare la possibilità di ulteriori pronunce
favorevoli. Ricordiamo che, in ogni caso, si tratta di cause di lavoro
che l’interessato deve promuovere a proprio nome.
Per quanto riguarda l’invio della diffida, suggeriamo di non utilizzare
gli strumenti di comunicazione della scuola (posta elettronica, carta
intestata, fax e simili), dato che si tratta di un passo che si compie
in qualità di dipendenti nei confronti del proprio datore di lavoro e
quindi di un atto privato e non in rappresentanza dell’amministrazione
cui si è preposti.
Vi terremo informati degli sviluppi.
Testo
della diffida da inviare all'USR.
Anp.it