Bologna -
Per 2.404 insegnanti in regione arriva finalmente il giorno
dell’assunzione a tempo indeterminato. Molti di loro però non saranno i
precari storici dell’Emilia-Romagna, ma andranno in cattedra docenti
che provengono dalle regioni del sud e non hanno mai insegnato lungo la
via Emilia. È il paradossale frutto della sentenza della Corte
costituzionale di un anno fa che ha bocciato l’ingresso in graduatoria
«in coda», introducendo al contrario il concetto di ingresso «a
pettine», in base cioè al punteggio. Sono quindi giorni di tensione per
i docenti emiliani, in attesa della pubblicazione delle graduatorie
definitive, dalle quali capiranno se hanno speranza o meno di essere
chiamati in ruolo entro il 30 agosto.
Le immissioni in ruolo riguardano quindi 2.404 docenti, dei quali 1.074
saranno destinati al sostegno. È prevista inoltre l’assunzione di 396
unità di personale Ata, ovvero amministrativi, tecnici e ausiliari. «È
un segnale positivo — commenta il vice direttore generale dell’Ufficio
scolastico regionale Stefano Versari —, lo è ancora di più in un tempo
di crisi economica come l’attuale. Sta a significare la volontà del
governo della scuola di investire sull’istruzione. L’ulteriore valore
aggiunto delle assunzioni di nuovi insegnanti sta nel fatto che quasi
la metà delle immissioni in ruolo saranno utilizzate per la copertura
di posti di sostegno, e ciò attesta l’attenzione che si riserva agli
alunni in situazioni di handicap».
Il primato delle assunzioni spetta a Bologna dove saranno immessi in
ruolo 514 docenti: 61 nella scuola d’infanzia, 114 nella scuola
primaria, 67 nella scuola secondaria di I grado e 59 nella scuola
secondaria di secondo grado e 213 per il sostegno. Seguono le province
di Modena con 485 assunzioni e di Reggio Emilia con 320. A Bologna
saranno anche destinati 85 posti di Ata: 61 sono collaboratori
scolastici, 2 assistenti tecnici, 17 assistenti amministrativi e 5
direttori dei servizi generali e amministrativi. Seguono Modena con 83
posti e Forlì-Cesena con 64. Non sono ancora stati definiti i giorni
delle chiamate in ruolo. Verosimilmente, fanno sapere dall’Ufficio
scolastico provinciale, si terranno il 28, 29 e 30 agosto. Già la
prossima settimana ci sarà l’appello per chi ha passato il concorsone
del 2012 e che dovrà scegliere la provincia in cui accettare
l’incarico. Anche per questa tornata di assunzioni, infatti, metà dei
posti spettano ai vincitori di concorso e metà alla graduatoria
permanente. E qui casca l’asino.
Le belle notizie finiscono infatti qui. Perché molte delle precarie in
testa alla graduatoria e che vedevano l’ultimo miglio di questa lunga
attesa per il posto fisso a scuola probabilmente non ce la faranno
neppure questa volta. «Una nostra iscritta mi chiama tutti i giorni dal
mare ed è disperata — spiega Patrizia Prati, segretaria della Cisl
scuola —, era terza nella graduatoria della scuola d’infanzia e ora,
dopo l’ultimo aggiornamento è 67esima. Non è per nulla detto che ce la
faccia ad entrare». Situazioni come queste sono numerose, in
particolare nella scuola primaria dove i posti in ballo sono ben 114.
«C’è molta rabbia — riconosce Francesca Ruocco, segretaria della
Flc-Cgil —, sono entrati nelle graduatorie i precari storici del sud,
che hanno 40, 50 anni e molti anni di anzianità, quindi punteggi molto
alti».
Si tratta di docenti disposti a spostarsi di centinaia di chilometri
per venire nelle regioni del nord dove ci sono più posti a
disposizione. Una vera e propria migrazione di insegnanti, a scapito di
quelle che da anni stanno lavorando nelle scuole di Bologna e del resto
della regione. Una guerra all’ultimo posto, con persone disposte al
tutto per tutto per raggiungere l’agognata cattedra, il sogno di una
vita.
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