L’ANP, che aveva sempre rivendicato la leadership sindacale della categoria, ha gridato allo scippo ed ha reagito con una serie di assemblee a raffica, dichiarando uno stato di agitazione come abbiamo spiegato nell’articolo LA RABBIA DEI PRESIDI E LE INDISPONIBILITÀ DELL’ANP.
Ma Rembado sa bene che si trova per la prima volta in una seria difficoltà e che Carlini può in qualsiasi momento firmare con il suo 52% il rinnovo contrattuale.
Ma si arriverà al rinnovo del contratto bloccato già dal 2010?
A guardare dalle premesse pare di no. La stessa CGIL capofila della “ quatriade “ dichiara nella giornata del 19 aprile 2017, presso la XI commissione del Senato durante l’audizione, che mancano i presupposti per un rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti “
Nel linguaggio della diplomazia sindacale significa imprimere una brusca frenata, meglio spiegata nel comunicato, ove si afferma: “ In particolare la perequazione dei trattamenti economici con le risorse vigenti non è sostenibile socialmente e giuridicamente. Se si vuole restituire dignità al lavoro pubblico e rendere efficace l’azione delle Pubbliche Amministrazioni è necessario uno sforzo aggiuntivo circa lo stanziamento delle risorse per il rinnovo dei contratti”
Cioè ancora una volta si chiedono soldi freschi aggiuntivi, ben sapendo che il Parlamento , il MEF , il Governo hanno fatto il massimo di sforzo con il DEF che stanzia la miseria di un aumento lordo mensile nel triennio di 85 euro, che debbono privilegiare fra l’altro le fasce alte e non le dirigenze. Quello che è stato definito l’approccio alla Robin Hood, cioè togliere ai dirigenti per dare agli impiegati e ai bidelli.
In questo scenario sia la quatriade di Gianni Carlini sia l’ANP di Giorgio Rembado, hanno fatto rullare i loro tamburi di guerra come abbiamo spiegato nell’articolo LA QUATRIADE SINDACALE “MOBILITA” I DS. L’ANP PROCLAMA LO STATO DI “AGITAZIONE”
Hanno bloccato la valutazione e dispiegato le azioni di protesta come già spiegato nell’articolo QUESTA VALUTAZIONE DEI DS VA BLOCCATA SUBITO. E' UN’OFFESA E UN INSULTO ALLA DIGNITÀ
Ma ora Gianni Carlini si trova dinanzi al nodo contrattuale ben sapendo che su di lui e la sua quatriade, con Paola Serafin Rosa Cirillo e Pasquale Ragone, si scarica per intero la responsabilità di apporre una firma che con il 52% spaccherebbe verticalmente e forse irridimiabilmente la categoria degli 8.000 presidi.
Il nodo cruciale è quello della perequazione esterna delle retribuzioni tra le aree dirigenziali dello Stato, che percepiscono retribuzioni di posizioni e di risultato differenziate in quanto attingono a FUN diversi e congelati nel tempo come privilegi acquisiti.
Lo abbiamo spiegato a fondo negli articoli LA GIUNGLA DEI FUN DEI DIRIGENTI DELLO STATO E I CONFLITTI DI INTERESSE e LA GIUNGLA DEI FUN DEI DIRIGENTI DELLO STATO SI FACCIA UN UNICO MONTANTE
Che l’unico modo per risolvere la questione a risorse invariate, cioè senza ottenere nuovi soldi freschi, sia quello appunto di redistribuire l’esistente con un approccio alla Robin Hood che tolga ai dirigenti ricchi dello Stato e dia qualcosa ai dirigenti poveri della scuola è ormai incontrovertibile.
Abbiamo spiegato bene che questa operazione non la può fare Rembado perché è anche presidente della CIDA dei ministeriali ricchi. Carlini invece è in grado di farla?
Non lo sappiamo e aspettiamo di vederlo all’opera.
Sappiamo però che la CGIL ha tentato I RICORSI CONTRO IL TAGLIO DEL FUN Ricorso che è ancora in piedi mentre l’ANP lo ha rilasciato come abbiamo spiegato in quell’articolo.
La strada dei ricorsi per rafforzare l’azione politica e sindacale del resto è quella suggerita dal presidente dell’UDIR Marcello Pacifico, che ha dato incarico ai legali dell’anief, messi a disposizione dell’UDIR, di riprendere e rafforzare questa azione della CGIL presso il TAR Lazio.
Pacifico poi spiega che invece di firmare il nuovo contratto per avere forse 85 euri lordi è decisamente più fruttuoso presentare ricorso in tribunale per il recupero dell'indennità di vacanza contrattuale nello stipendio. Su un reddito medio di 1.500 euro, dal settembre 2015 lo Stato avrebbe dovuto versare a ogni dipendente 105 euro di aumento medio, ovvero il 7 per cento del proprio stipendio. Pensare di firmare un rinnovo a condizioni decisamente inferiori sarebbe assurdo: significherebbe farlo sulla pelle del personale.
Senza poi aggiungere che per i presidi IL TAGLIO DEGLI STIPENDI RIGUARDA TUTTE LE REGIONI.
Il presidente dell’UDIR ha organizzato a tappeto, oltre al ricorso per lo Sblocco Indennità vacanza contrattuale , anche il ricorso per la Perequazione interna DS (RIA) Ricorso contro i Recuperi erariali ricorso avverso il recupero erariale imputabile agli effetti dei CIR contratti integrativi regionali e Ricorso contro il taglio della retribuzione di posizione e di risultato dal 2011 al 2015 (FUN) ricorso presso il competente giudice del lavoro per ottenere la corresponsione della retribuzione di posizione-quota variabile e la retribuzione di risultato maggiorate della quota spettante al DS delle risorse indebitamente sottratte al FUN dall'anno scolastico 2011/2012 fino all'a.s. 2015/2016, nonché a riconoscere in via permanente quanto indebitamente sottratto nell'a.s. 2015/2016.
Aspettiamo di capire e di sapere cosa farà la quatriade di Carlini. Sempre che nel frattempo il governo Gentiloni non esali l’ultimo respiro prima di andare ad elezioni, mandando a casa la Madia e tutta la sua riforma della dirigenza.
Anche perché della famigerata direttiva all’ARAN non se ne vede neanche l’ombra.
Salvatore Indelicato
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