Che cos'è la
certificazione
La certificazione è l'atto di attribuzione ai risultati di
apprendimento di un valore certo e unico per tutti i soggetti che
condividono un sistema di standard di competenza . Per Isfol la
certificazione è il "documento ufficiale con cui un'autorità
riconosciuta attesta ad un soggetto il possesso di determinate
competenze sulla base di determinati standard di
riferimento(partecipazione ad un corso, tipo e livello di competenze
acquisite, qualità di un prodotto formativo etc). Porta a trasparenza
le
competenze acquisite". La certificazione non è una mera compilazione,
ma rappresenta
un'azione complessa tale da richiedere la soddisfazione di
diversi criteri tra cui:
a) La comprensibilità del linguaggio che deve
riferirsi in forme narrative, e non quindi con linguaggi stereotipati,
a
locuzioni e sintagmi che consentano ai diversi attori di visualizzare
le competenze*;
b) L'attribuibilità delle competenze ad un soggetto con
specificazione delle evidenze che consentano di contestualizzare le
competenze entro processi reali in cui è coinvolto insieme ad altri
attori;
c) La validità dei metodi adottati nella valutazione e
validazione delle competenze stesse con specificazione del loro livello
di padronanza (Parole chiave della F. P-CNOS)
* - Il linguaggio descrittivo delle competenze deve essere schematico,
ma
chiaro e comprensibile. La descrizione deve ruotare intorno ad un
verbo, all'oggetto che lo specifica e all'ambito di realizzazione. I
verbi utilizzabili sono riferibili a diverse tipologie di
azione:
a) comportamenti operativi(utilizzare, operare etc);
b) operazioni
cognitive (diagnosticare, interpretare, elaborare, affrontare etc);
c) comportamenti
relazionali(partecipare, comunicare, etc);
d) attività
gestionali (cordinare, gestire, occuparsi di dirigere etc).
(Il libretto
formativo del cittadino-Isfol).
Puo' tornare utile tenere presente il
seguente prospetto delle attività intellettuali elaborato da G. De
Vecchi in "Aider les élèves à apprendre"(1992).
1) Attività di
ricognizione:osservare, identificare, distinguere, discriminare;
2) Attività
di anticipazione:prevedere, proiettarsi, elaborare ipotesi;
3) Attività di
decentramento:cambiare punto di vista, confrontarsi con gli
altri, discutere su un problema, valutarsi, co-valutare, giudicare;
4) Attività di analisi:determinare un rapporto di
causa ed effetto, cercare elementi chiave, estrarre informazioni di
dati
disponibili;
5) Attività di sintesi:inferire, elaborare
regole, comparare, organizzare;
6) Attività di integrazione:mettere in
relazione una nuova conoscenza con un sapere acquisito; memorizzare ciò
che è stato costruito; de-costruire per
riformulare, applicare, riprodurre, utilizzare;
7) Attività di
divergenza:elaborare modelli esplicativi analogici, utilizzare
conoscenze apprese in un'altra disciplina, creare;
8) Attività di
ricerca:esplorare, provare, sperimentare, cercare modi differenti per
raggiungere uno scopo
Nella certificazione sono riassunti i risultati finali, le evidenze. Le
ragioni della certificazione non danno per risolti i problemi della
valutazione; spingono senza dubbio a trovare un accordo su di essi, ma
non a semplificarli. Alla certificazione sottostà una logica di
garanzia e di protezione dell'individuo e della collettività. La
certificazione è una risposta alla modificazione strutturale dei tempi
e dei luoghi dell'apprendimento. Scuola e formazione non si collocano
solo in alcune determinate fasi della vita, ma in ogni sua fase, più o
meno come avviene con il servizio sanitario. La certificazione mira a
descrivere in modo sistemantico le competenze in vario modo acquisite
da una persona e a registrarle in un formato condiviso tra i diversi
attori del sistema formativo integrato e del mondo del lavoro.
La trasparenza
Legato al tema della certificazione è quello della trasparenza e della
leggibilità delle competenze come sua necessaria premessa. La questione
del rapporto tra trasparenza, validazione, riconoscimento e
certificazione e delle necessarie distinzioni tra questi vari processi
è stata al centro della cooperazione europea per diversi anni e ha
influenzato le scelte strategiche e le prassi concrete di lavoro. Ha
ripreso vigore nel dibattito relativo alla costruzione di un quadro
comune e condiviso a livello dello spazio formativo che oggi fa
riferimento alla Raccomandazione relativa all'European
Qualifications Framework (EQF) e a quella sull'istituzione di un
sistema di crediti per l'istruzione e formazione professionale (ECVET).
Non si puo' dimenticare "La Dichiarazione di Copenhagen" dei ministri
europei dell'istruzione e formazione professionale e della Commissione
Europea, che le ha precedute nel 2002, finalizzata a promuovere la
cooperazione europea in materia di istruzione e formazione, attraverso
azioni concrete relative alla trasparenza e al riconoscimento dei
crediti. I principi ivi enunciati per la creazione di questo spazio di
collaborazione sono:
1) Quadro unico per la trasparenza di competenze e
qualifiche;
2) Principi comuni per la validazione dell'apprendimento
formale, informale, non formale;
3) Sistema di trasferimento di crediti per
l'istruzione e formazione professionale;
4) Principi qualitativi comuni
in materia di istruzione e formazione professionale;
5) Orientamento
professionale permanente.
Per definire la trasparenza e individuarne le finalità si ritiene
opportuno riportare quanto in proposito hanno detto la Di Francesco e
ISFOL. "Per trasparenza si intende la qualità in grado di dare
visibilità ai saperi ed alle capacità acquisiti dai singoli sia nel
rapporto diretto fra domanda e offerta del lavoro, sia come condizione
agevolante l'accesso al transito nei sistemi educativi e formativi"(Di
Francesco). "La trasparenza delle competenze, dei titoli e delle
qualifiche è il veicolo attraverso cui il patrimonio cognitivo
posseduto dal singolo puo' essere riconoscibile, valutabile,
certificabile. E' lo strumento che permette la capitalizzazione dei
saperi e la mobilità del cittadino tra sistemi e tra
paesi"(ISFOL).
La trasparenza contribuisce alla costruzione della
fiducia tra i sistemi formativi, presupposto del riconoscimento delle
competenze:su di essa si possono basare concetti di equivalenza dei
crediti formativi. Senza trasparenza è difficile l'operazione di
riconoscimento e prima ancora quella della certificazione.
L'introduzione di sistemi di certificazione e di riconoscimento dei
crediti formativi incomincia a far parte delle politiche del lavoro in
Europa e ad avere una crescente legittimazione socio-istituzionale.
L'Unione Europea sostiene con energia il principio di considerare come
cultura ogni apprendimento, qualunque sia il modo in cui viene
acquisito e come valorizzazione del soggetto nella società
della conoscenza il suo riconoscimento e la sua certificazione.
Nella
Raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre del 2012 sulla convalida
dell'apprendimento non formale e informale viene detto che "puo'
svolgere un ruolo importante nel migliorare l'occupabilità e la
mobilità, nonchè nell'accrescere la motivazione per l'apprendimento
permanente in particolare nel caso di persone socialmente ed
economicamente svantaggiate o meno qualificate" e inoltre che
"Puo' fornire un contributo ancor più valido al miglioramento del
funzionamento del mercato, alla promozione della mobilità e al
rafforzamento della competitività e della crescita economica".
"La valorizzazione delle competenze delle persone; la predisposizione
di
modalità differenziate di accesso alla formazione e quant'altro la
certificazione delle competenze è in grado di realizzare diventano
fattori di regolazione e garanzia del modello sociale europeo, perchè
la transizione verso la società conoscitiva assicuri un'adeguata
inclusione e partecipazione sociale"(G. Di Francesco). Il dialogo e la
permeabilità dei vari settori del sistema formativo sono una risorsa al
servizio dei diritti della persona. L'accesso generalizzato alla
formazione ricorrente ad ogni età è un passaggio cruciale di una
politica della formazione che voglia coniugare efficacia economica ed
equità.
Europass
Europass è il primo strumento operativo realizzato con riferimento al
Quadro unico europeo per la trasparenza delle competenze e delle
qualifiche. Si tratta di un port-folio di 5 documenti pensato per
facilitare la mobilità geografica e professionale dei cittadini europei
mediante la valorizzazione del patrimonio di esperienze e conoscenze
teoriche e pratiche acquisite nel tempo . I dispositivi di trasparenza
contengono informazioni che si aggiungono a quelle contenute nei titoli
ufficiali rilasciati a livello nazionale, rendendone il contenuto più
leggibile e più spendibile in ambito professionale e/o di studio. I
documenti inclusi all'interno di Europass sono: Europass-curriculum
vitae: consente di uniformare la presentazione dei titoli di
studio, delle esperienze lavorative (prodotto in
autocompilazione); 2)Europass-passaporto delle lingue:accompagna
l'individuo nel percorso di apprendimento delle lingue straniere lungo
tutto l'arco della vita (prodotto in auto-compilazione); Europass
supplemento al diploma:è un documento integrativo del titolo ufficiale
conseguito al termine di un corso di studi superiori, fornisce una
descrizione della natura del livello del contenuto e degli esiti di
tali percorsi; 4)Europass mobilità :é un documento che conferisce
trasparenza e visibilità ai periodi di formazione e alle esperienze di
apprendisatato all'estero; 5)Europass-supplemento al certificato:è un
documento che accompagna e integra il certificato del titolo di diploma
di istruzione o formazione professionale e fornisce informazioni
riguardo il contenuto del percorso formativo, il livello della
qualifica e le competenze acquisite.
A sostegno di questo progetto sono stati istituiti i centri nazionali
Europass e il portale Europass. In Italia il ruolo di punto di
riferimento nazionale è svolto da ISFOL-Area metodologica della
formazione. Europass si colloca insieme ad ECVET come strumento
funzionale all'interno della strategia EQF. Il loro raccordo
rappresenta l'occasione e lo strumento per dare forma e sostanza ad un
sistema di apprendimento europeo. , che ha un ulteriore stimolo
nella costituzione del passaporto europeo delle competenze. In
questo ambito di problemi non tutto è facile, nè tutto è stato portato
a
compimento; elementi di criticità si riscontrano per Europass
certificate supplement(ECS) e per L'Euorpass Diploma Supplement(EDS).
I due documenti non hanno raggiunto un grado di utilizzo e di
applicazione accettabile nel complesso dei paesi europei. C'è una
difficoltà e anche una resistenza a collegare il rilascio dei propri
titoli e qualifiche a categorie concettuali e a prassi operative
diverse dalle proprie o tradizionali. Secondo alcune valutazioni il
potenziale di Europass non è ancora emerso nel suo valore e significato
e non ha dispiegato i suoi benefici effetti. Non si tratta di adottare
formati comuni, ma anche categorie e linguaggi comuni.
Raimondo Giunta