Il diritto al
riconoscimento delle
competenze
Il riconoscimento delle competenze è " il procedimento attraverso cui
un soggetto riconosce ad una persona il possesso di determinate
conoscenze,competenze, qualifiche che la persona spenderà presso il
soggetto che le ha riconosciute"(ISFOL). Le competenze certificate sono
riconosciute quando si ottiene un credito formativo o un passaggio di
qualifica. Il credito è il valore attribuito alle competenze comunque
acquisite e che puo' essere riconosciuto nell'ambito di un diverso
percorso di formazione e/o di lavoro. Perchè un credito sia tale, è
necessario che ci sia un'autorità che lo riconosca o che obblighi a
riconoscerlo, sulla base di accordi e di standard pre-definiti, gli
attori di una relazione istituzionale nel campo dell'istruzione e della
formazione e del lavoro.
Nel sistema formativo integrato il riconoscimento del credito evoca una
particolare forma di cessione di sovranità da parte di un'istituzione
formativa nei confronti di un'altra con la quale entra in una relazione
di reciprocità, perchè ne accetta come valida la certificazione degli
apprendimenti :operazione che ha un senso alla luce del principio di
presa in carico cooperativa e continuativa del processo formativo di
una persona. (D. Nicoli). Quando si riconosce un credito si sancisce la
validità della formazione impartita all'allievo da altri
organismi o dell'esperienza maturata in un ambiente di
lavoro. L'operazione di riconoscimento è fondata sul bilancio di
competenze che deve prevedere l'analisi dei materiali di valutazione e
della documentazione in possesso di chi chiede il riconoscimento.
In Italia con l'accordo Regioni e Sindacati Confederali del 2002, che
segue l'Accordo Stato-Regioni del 18 febbraio 2000, in cui
venne definito il Libretto Formativo del Cittadino,si comincia a
entrare nel merito del diritto degli studenti e dei lavoratori al
riconoscimento delle competenze acquisite nei diversi contesti di
studio e di lavoro, come prerequisito del diritto alla formazione
permanente. Il Libretto Formativo del Cittadino nasce in Italia
come strumento istituzionale finalizzato ad agevolare la messa in
trasparenza e la possibilità di documentare le competenze comunque e
ovunque acquisite. Il suo modello è stato approvato col Decreto
Interministeriale del 10/10/2005. Viene gestito e rilasciato a cura
delle Regioni e delle Province Autonome nell'ambito della loro
esclusiva competenza in materia di formazione professionale. E' stato
per ora introdotto solo in alcune regioni.
Il Libretto Formativo del Cittadino non sostituisce il titolo di
studio; si propone di accompagnare le persone in tutto l'arco delle
loro
esperienze formative e lavorative in coerenza col il principio del
Lifelong Learning. Si pone come strumento di documentazione trasparente
e formalizzata di dati, informazioni, certificazioni utilizzabili dalla
persona nel suo percorso di apprendimento, crescita e mobilità
professionale"Puo' essere considerato il correspettivo italiano di
Europass"(D. Nicoli). Il tema del riconoscimento dei risultati
d'apprendimento come credito formativo rappresenta una sfida non
solo sul piano tecnico, ma anche sul piano politico-sociale,perchè si
tratta di affermare e sostenere la centralità di ogni singola persona
nei suoi processi personali di sviluppo. In questa visione, esplicitata
con grande chiarezza nella Raccomandazione ECVET, il credito(risultato
di apprendimento) diventa valore dell'individuo utilizzabile secondo le
sue necessità e aspettative per realizzare in pieno il diritto di
scelta del proprio progetto di vita.
I vantaggi del riconoscimento delle
competenze
Ricercatori di riconosciuta professionalità, riviste specializzate e
centri studi versati sulle attuali problematiche del lavoro, in vari
modi e con ragionamenti che sembrano plausibili e
fondati, parlano delle opportunità e dei vantaggi che deriverebbero da
un consolidato sistema di certificazione e di riconoscimento delle
competenze. Probabilmente sarà la novità della questione a suscitare
più
di una perplessità; non si puo' negare, tuttavia, che la fondatezza di
questi ragionamenti derivi dalla convinzione che il mercato del
lavoro, in cui spiccano i fenomeni della globalizzazione, della
delocalizzazione e delle tecnologie che creano disoccupazione, debba
restare per lungo tempo nelle condizioni attuali,che disegnano
per moltitudini di persone solo un destino di precarietà,
presentato e scritto nelle forme educate della mobilità e della
flessibilità. Francamente c'è dell'enfasi nella fraseologia sulla
certificazione delle competenze (D. Nicoli) e con questa si tende a
nascondere sia la gravità dei problemi del lavoro, sia l'
abdicazione da parte delle istituzioni alle responsabilità, che
invece vengono addossate alla singola persona,lasciata pressochè
sola nel compito di adeguamento ai tempi e al mondo che cambia. In
altre
parole per le persone il riconoscimento di tutto quanto si è
riusciti ad apprendere è soltanto un piccolissimo aiuto in un mondo in
cui è difficile orientarsi. Ciò nondimeno per un dovere di informazione
parlerò dei vantaggi possibili del riconoscimento delle competenze
,riferendo quanto hanno detto studiosi come la Di Francesco e il
Bresciani.
Il riconoscimento delle competenze apporterebbe vantaggi
all'individuo, alle istituzioni formative, alle imprese, ai servizi per
l'impiego, alla società nel suo complesso.
1) Vantaggi per l'individuo
L'individuo ha la possibilità di valorizzare le proprie
esperienze ricomponendole, anche ai fini della propria posizione
economica, in un percorso dotato di senso con l'opportunità di
ri-motivarsi e di ri-orientarsi per altre scelte di vita e
professionali,di sviluppare ulteriori competenze (con la
metacognizione); di individuare i propri punti di forza e i propri
elementi di criticità; di abbreviare il percorso per il raggiungimento
di titoli formali; di costruirsi un'identità per il mercato del
lavoro. Per P. G. Bresciani certificazione e riconoscimento delle
competenze sono antidoto alla frammentazione delle nuove forme di
lavoro,grazie alla capitalizzazione, alla messa in valore e alla
ricostruzione di senso che essi consentono sul piano sociale e su
quello personale.
2) Vantaggi per le istituzioni
formative
Le istituzioni
formative hanno la possibilità di valutare l'efficacia della propria
attività e dell'offerta formativa; di conoscere meglio la propria
utenza; di personalizzare gli interventi e di riconoscere crediti in
ingresso e in uscita; di favorire i rientri in formazione dei drop-outs
anche mediante la valorizzazione dell'esperienza; di articolare un
linguaggio comune alle aziende(Bresciani-Di Francesco).
3) Vantaggi per le imprese
Le imprese hanno la possibilità di conoscere meglio i
giovani in ingresso ; di praticare un linguaggio inter-operabile con i
sistemi di istruzione, di formazione e con i servizi per l'impiego; di
disporre di un'offerta formativa esterna più trasparente, più
leggibile, più finalizzata; di sviluppare la consapevolezza delle
proprie implicite competenze formative; di costruire percorsi di
carriera più personalizzati. (Di Francesco-Bresciani).
4) Vantaggi per i servizi per
l'impiego
I servizi per l'impiego hanno la possibilità di
inserire nelle proprie banche dati profili individuali attendibili e
leggibili (competenze certificate e non titoli di studio; di favorire
la
mobilità sociale; di costruire percorsi di inserimento, reinserimento,
outplacement più efficaci; di integrare le politiche di sostegno alle
fasce deboli e a rischio.
5) Vantaggi per la società
La società ha la
possibilità di integrare il sistema di istruzione, della formazione, e
del lavoro; di disporre di maggiore flessibilità e mobilità sociale; di
migliorare l'allocazione delle risorse umane, di valorizzare il
capitale umano delle persone, di garantire maggiore equità; di
dare il giusto riconoscimento al merito, di vedere superati gli
stereotipi legati allo statuto dell'apprendimento non formale e
informale rispetto a quello formale.
Conclusioni
Il sistema nazionale di certificazione, come è stato detto nasce per
esigenze del mercato del lavoro ed inevitabilmente non può non avere
delle ricadute nel sistema formativo. In questo mondo fa fatica ad
affermarsi, perché il sistema delle competenze, di chiara origine
europea, è distante dalle tradizioni culturali e dalle pratiche
pedagogiche del nostro contesto nazionale. Si ha timore che il
linguaggio delle competenze impoverisca quello di riferimento praticato
a scuola e in uso personale, che attenui lo slancio educativo piuttosto
che rinnovarlo; vi si può leggere un riflesso di anti-accademismo di
successo, molto in auge nelle istituzioni.
L'elemento critico è la
presenza dominante delle prestazioni, delle metodologie tecniche e
l'assenza delle persone, cioè della dimensione educativa. Ed è per
questo che viene sentito come un rischio e non come una interessante
opportunità.
Raimondo Giunta