Ordine,
sicurezza, tutti in fila per due e poi armi a braccio, città recintate,
paesi fortificati, bambini tutti autoctoni di origine controllata, per
il ministro dei travestimenti e delle maldestre imitazioni, Salvini. E
poi le donne che stiano attente a non alzare la voce, anzi a non
emetterla, e l'anima a non tirarla furi perché non ce l'hanno. E poi
tutti coloro che non sono italiani di razza che non credono, che non
applaudono, per questi non c'è posto, strada, casa, non c'è spazio, non
c'è diritto. E poi a scuola tutti con grembiule per la disciplina,
tutti in divisa, completamente masse.
Ogni tanto il branco viene sciolto e portato a pascolare,
scorazzare nei grandi spazi senza tempo, né volto, spazi
allettanti dove c'è tutto, merci-cibo-loisirs, i circhi che si chiamano
ipermercati, casermoni vestiti a festa, tutti uguali con percorso
obbligato. Lì si può consumare tutto soprattutto se stessi, a patto di
onorare le mille finzioni che la "distruttività creatrice" del
capitalismo attuale mette in bella mostra.
C'è una saldatura abile e perniciosa negli attuali populismi fra geloso
ritorno al passato e vantaggi della società globale ed essi vi si
insediano come su una liana percorrendola da una parte e dall'altra,
mescolando, selezionando secondo bisogna.
Dovremmo uscire da questi casermoni a respirare le strade, le piazze,le
campagne, le spiagge sulla battigia che ristora. Dovremmo uscire allo
scoperto e ritrovare la misura che è quella della vita umana.
Diceva Elias Canetti: Gli uomini non hanno più misura, per nulla, da
quando la vita umana non è più la misura."
prof.ssa Sara Gentile
(Studiosa dei fenomeni politici contemporanei)