Orientare ed orientarsi, conoscere la strada da indicare
e da percorrere, sapere dove ci troviamo e pianificare il percorso da
seguire per raggiungere una meta, non brancolare nella confusione e nel
buio (l’oriente del sole che sorge indica la via e guida i viandanti),
tutto questo dovrebbe essere l’accompagnamento alle scelte di passaggio
da un ordine di studi all’altro e, in senso più ampio e completo, a
tutta la costruzione del sé come oggetto e soggetto di un processo
davvero permanente.
Troppo spesso, però, nonostante le consapevolezze teoriche e le oneste
buone intenzioni, le attività di orientamento
scolastico sembrano snaturare l’etimologia della loro stessa
definizione; quanto conta far emergere le attitudini personali, rendere
autoconsapevoli di punti di forza e di debolezza, far scoprire e
maturare passioni, a fronte di una logica divenuta troppo spesso aziendale anche nel contesto
formativo, della necessità di attrarre l’utenza e di battere la concorrenza?
E tutte le figure adulte in gioco, genitori e docenti dei diversi
ordini di studi, legislatori e organi di governo, vedono e conoscono il
s - oggetto della loro educazione per ciò che realmente è e
potenzialmente sarà, o lo guardano con occhi velati dalle attese, dai
convincimenti e i desideri personali?
Cos’è oggi, per noi tutti attori dei processi educativi, la cultura?
Cosa la scuola? Cosa la relazione educativa stessa?
Ha ancora a che fare col colere,
vuole ancora coltivare
l’Uomo, nella sua totalità?
Non orienteremo davvero se
non torneremo alle radici e alle motivazioni profonde del nostro essere
soggetti e - ducanti, capaci
di condurre fuori dai passaggi bui delle
singole esistenze e della storia collettiva (l’emergenza attuale ce lo
grida forte), di trarre fuori
i talenti e le potenzialità di ciascuno ma anche di far venir fuori le zone
d’ombra che tutti nascondiamo, senza illuderci di dover, invece,
contribuire a nasconderle come se solo indorando la pillola potessimo
essere all’altezza delle scelte e delle preferenze di chi è in cammino.
E, infine, non orienteremo
davvero se non terremo a mente che fare rete non è un’espressione di tendenza o una necessità dei tempi,
ma il retaggio profondo di tutti i camminatori:
se la scelta a cui guidare i nostri figli, alunni, concittadini dovrà
essere consapevole e perciò pienamente personale e solitaria, il cammino che ad essa seguirà non
potrà essere compiuto senza una solida cordata.
La docente FS Orientamento
IIS “M. Rapisardi” - Liceo Classico
ed Artisitco
prof.ssa Lorena Grazia Salfi