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Precariato: RINNOVO CONTRATTO SCUOLA:ECCO LE RICHIESTE DEI PRECARI AI SINDACATI

Comunicati

I precari e il rinnovo del contratto:
lettera ai sindacati

Cominciano le discussioni, all'interno dei sindacati, sulla piattaforma da proporre per il prossimo rinnovo del contratto. Il gruppo "Docenti in mutande" avanza alcune proposte per tutelare i diritti dei docenti precari e la qualità della scuola italiana e chiede a tutti i colleghi di appoggiare compattamente, nelle prossime elezioni, il sindacato che rappresenterà al meglio queste richieste.

 da docentiprecari.blogspot.com, ottobre 2009

A tutti i sindacati del comparto scuola
ed in particolare a FLC-Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS-Confsal e Gilda Unams
 

In vista del rinnovo del contratto del comparto scuola statale, noi docenti precari proponiamo ai sindacati, come punti essenziali della contrattazione, le seguenti richieste, volte a tutelare la qualità della scuola italiana e i nostri diritti di lavoratori. Sin da ora ci impegniamo a votare compattamente, nelle prossime elezioni, solo la rappresentanza sindacale che si avvicinerà maggiormente alle nostre istanze.
Siamo convinti, infatti, che nessun sindacato che aspiri ad essere davvero rappresentativo del mondo della scuola possa ignorare i lavoratori precari, che costituiscono ormai quasi un terzo dell’intero corpo docenti. Riteniamo, inoltre, che uno dei compiti imprescindibili del sindacato sia proprio quello di tutelare le fasce di lavoratori più deboli.
Confidando dunque in un vostro appoggio, in qualità di docenti precari avanziamo le seguenti richieste.
 

1) Assegnazione, come è sempre accaduto finora, di tutti i posti a tempo determinato ai docenti inclusi nelle graduatorie ad esaurimento e di istituto e non a tirocinanti inseriti nei nuovi percorsi di formazione.

Chiediamo che il sindacato ottenga dal Governo una chiara rassicurazione rispetto al fatto che i nostri posti di lavoro annuali non verranno in futuro assegnati ai tirocinanti dei nuovi percorsi di formazione. Riteniamo infatti che sia didatticamente inefficace togliere cattedre a personale già da tempo specializzato e con anni di esperienza alle spalle per affidarle invece a soggetti ancora in formazione.
 

2) Assegnazione, anche in futuro, di almeno metà delle nuove assunzioni in ruolo ai docenti iscritti nella graduatoria ad esaurimento.

La graduatoria ad esaurimento permette di valutare l’esperienza accumulata dai docenti precari in termini di anni di insegnamento e di titoli acquisiti. Nel settore privato la reiterazione dei contratti a tempo determinato per più anni consecutivi comporta necessariamente l’assunzione a tempo indeterminato. Questo non accade invece, nonostante i pronunciamenti della Corte europea, nel settore della scuola pubblica. Appare dunque necessario garantire maggiori tutele a coloro che lavorano ormai da molti anni per lo Stato. Pertanto chiediamo che, accanto alle nuove modalità di assunzione che verranno definite nei prossimi anni, una quota corrispondente almeno al 50% delle nuove immissioni in ruolo venga sempre destinata alla graduatoria ad esaurimento.
 

3) Riduzione dei passaggi di ruolo e di cattedra ad un massimo del 20% delle effettive immissioni in ruolo nella medesima classe di concorso.

Ora, infatti, prima delle immissioni in ruolo, fino al 50% dei posti disponibili viene assegnato in modo definitivo a docenti già in ruolo in un’altra classe di concorso oppure provenienti da un altro grado di istruzione. Si tratta spesso di persone che non hanno mai insegnato le discipline per le quali assumono il nuovo ruolo; quindi, rispetto a qualsiasi abilitato presente nella graduatoria ad esaurimento, hanno un’esperienza, delle conoscenze e delle competenze nettamente inferiori. Poiché questo 50% viene reiterato ogni anno, entro due anni i precari possono arrivare a perdere fino all’80% dei posti. Ad esempio: se in una classe di concorso ci sono 10 cattedre di diritto disponibili, mancando immissioni in ruolo, l’anno seguente saranno 5 e quello successivo solo 2 o 3. Proponiamo, perciò, che ogni 10 nuove immissioni in ruolo, siano destinati ai passaggi di ruolo e di cattedra al massimo 2 posti.
 

4) Sostituzione della attuale graduatoria di merito con una nuova graduatoria risultante da un concorso in cui si tenga conto dei titoli acquisiti e dei servizi svolti. In alternativa, qualora ciò non fosse possibile, riduzione delle immissioni dalla graduatoria di merito al 20%, estendendo all’80% la quota riservata alla graduatoria ad esaurimento.

Ogni anno metà delle nuove immissioni in ruolo viene fatta dalla graduatoria del vecchio “concorso ordinario”, un concorso che si è svolto quasi 11 anni fa e la cui graduatoria non è stata più aggiornata da allora; si tratta spesso di persone che non hanno mai lavorato nella classe di concorso in cui vengono assunti, selezionate in base a conoscenze puramente teoriche, senza tener conto delle effettive capacità didattiche. Poiché si tratta di una graduatoria a scorrimento, in molte classi di concorso vengono ora assunti anche coloro che hanno ottenuto del ’99 solo il punteggio minimo; mentre nella graduatoria ad esaurimento sono presenti docenti abilitati con il punteggio massimo e con numerosi anni di esperienza. Ci sembra evidente che la cosiddetta “graduatoria di merito”, congelata dal ’99, sia ormai un meccanismo incapace di premiare il “merito” reale. Riteniamo dunque fondamentale che tale graduatoria venga finalmente aggiornata, eventualmente con un concorso per soli titoli e servizi. In alternativa, qualora ciò non fosse possibile, chiediamo che la quota di immissioni in ruolo dalla graduatoria di merito sia ridotta al 20%, incrementando conseguentemente quella riservata alla graduatoria ad esaurimento, in modo da non sottrarre cattedre a quanti già da anni lavorano nella scuola.
 

5) Creazione di un meccanismo chiaro in grado di sollevare dall’incarico gli insegnanti che manifestano una evidente incompetenza.

All’interno della scuola, purtroppo, esistono alcuni docenti che non svolgono con competenza e correttezza l’importante compito che viene loro affidato. In questo modo colpiscono duramente l’immagine pubblica e il prestigio dell’intera istituzione, danneggiando così la gran parte dei docenti, che svolge con passione e professionalità il suo lavoro. Chiediamo pertanto che il sindacato non si limiti a tutelare i “diritti acquisiti” di chi è già abbondantemente tutelato, ma che si impegni affinché i docenti dalla comprovata incompetenza siano sollevati dall’incarico. Attualmente, infatti, un pessimo docente di ruolo gode di garanzie quasi assolute, a prescindere dal suo operato.
E’ dunque necessario creare un chiaro ed efficace meccanismo di selezione. Il metodo da noi suggerito è il seguente. In caso di ripetute segnalazioni di inadeguatezza di un docente, si propone la costituzione di una commissione articolata in tre componenti: 1) colleghi del consiglio di classe e del dipartimento, 2) dirigente, 3) studenti (che potrebbero essere rappresentati dai loro genitori fino alla secondaria di primo grado). Dopo aver raccolto prove oggettive (esaminando il registro, le prove scritte, la correttezza e la precisione nello svolgimento dell’attività didattica, etc.), se all’interno di ogni componente la maggioranza dei membri vota l’allontanamento dell’insegnante, questi viene trasferito d’ufficio in un’altra scuola. Qualora anche nel nuovo istituto si ripetesse la medesima situazione, il docente verrà licenziato.
E’ possibile adottare anche altri meccanismi, differenti da quello da noi proposto, ma è fondamentale riqualificare il corpo docenti, eliminando gli incapaci e tutelando i più meritevoli. Conseguentemente i tagli potranno colpire anche insegnanti incompetenti invece di penalizzare solo i docenti precari, che rappresentano spesso le forze più giovani, aggiornate e motivate all’interno della scuola.
 

6) Assegnazione in via prioritaria ai docenti della graduatoria ad esaurimento e di istituto di tutti gli spezzoni orari, compresi quelli inferiori a sei ore.

In questi ultimi anni sono notevolmente aumentate, tra i docenti di ruolo della scuola secondaria, le cattedre con orario superiore alle 18 ore. Questo penalizza fortemente i docenti precari, in quanto vengono assegnati ai docenti di ruolo spezzoni che dovrebbero essere invece attribuiti, in via prioritaria, alla graduatoria ad esaurimento e di istituto. Chiediamo perciò che, una volta assegnate ai docenti di ruolo le 18 ore obbligatorie, tutte le ore eccedenti siano destinate prioritariamente ai docenti precari, che già soffrono pesantemente dei tagli previsti dalla Riforma.
 

7) Completa parificazione dello stipendio e degli scatti di anzianità dei docenti precari con quelli di ruolo.

I docenti precari, infatti, pur svolgendo le stesse mansioni dei docenti di ruolo ed avendo il medesimo carico orario, percepiscono uno stipendio nettamente inferiore e non godono degli stessi diritti (non viene loro riconosciuta l’anzianità ai fini dell’avanzamento di carriera, nella gran parte dei casi non viene corrisposto lo stipendio nei mesi estivi, etc.). Uno dei principi fondamentali difesi dal sindacato dovrebbe essere proprio quello che a parità di lavoro si ha diritto ad un medesimo stipendio. Dovendo, a differenza dei docenti di ruolo, sopportare anche il peso della precarietà, che condiziona fortemente la nostra intera esistenza, chiediamo di essere almeno equiparati a loro dal punto di vista del trattamento economico.
 

8) Istituzione di un elenco speciale per l’insegnamento agli adulti stranieri nei CTP, riconoscendo i titoli di didattica dell’italiano come L2 e i servizi pregressi in questo specifico settore.

Attualmente è possibile passare infatti dall’insegnamento rivolto a bambini e preadolescenti a quello rivolto agli adulti stranieri senza il possesso di alcun titolo specifico. Riteniamo, invece, che le competenze richieste in questi due settori siano differenti e specifiche. Pertanto è opportuno favorire l’inserimento nei CTP di docenti già qualificati per l’insegnamento agli adulti. Sarebbe un evidente spreco di competenze e di risorse, infatti, non utilizzare in modo ottimale del personale che è già stato formato.
 

9) Creazione di chiari meccanismi di controllo per evitare la pratica, diffusa purtroppo in alcuni istituti privati, di sfruttamento del lavoro dei precari senza che a questi venga corrisposto il dovuto stipendio.

I docenti di alcune scuole private, in particolare al Sud, subiscono talvolta una pesante ed inaccettabile forma di sfruttamento: lavorano senza percepire alcuno stipendio, oppure per un salario assolutamente irrisorio, pur di maturare il punteggio necessario per salire nelle graduatorie delle scuole statali. Riteniamo che il sindacato e lo Stato italiano non possano in alcun modo accettare pratiche di sfruttamento del lavoro e che debbano battersi con forza affinché ciò non avvenga nel nostro paese, istituendo efficaci organismi di controllo.

Chiediamo infine a tutte le forze sindacali di manifestare la loro ferma opposizione ai tagli che colpiscono la scuola italiana, sia nelle sedi istituzionali sia attraverso iniziative locali e nazionali in grado di attrarre l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica.









Postato il Mercoledì, 14 ottobre 2009 ore 00:00:00 CEST di Salvina Torrisi
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