Da gennaio le donne dovranno avere
61 anni per la pensione di vecchiaia
L'art. 22 ter della legge 3 agosto 2009, n. 102 prevede, a decorrere dal primo gennaio 2010, per le lavoratrici dei comparti pubblici, nuovi requisiti anagrafici per la maturazione del diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia.
Il diritto alla pensione di vecchiaia che a tutt'oggi per le donne si acquisiva con 60 anni di età (per gli uomini l'età è fissata a 65), dal 1° gennaio prossimo sarà elevata di un anno.
Il limite verrà incrementato di un anno a decorrere dal primo gennaio 2012 e di un ulteriore anno per ogni biennio successivo, sino al raggiungimento nel 2018 dell'età di 65 anni, come riportato nella tabella seguente pubblicata in questi giorni dall'Inpdap (vedi tabella):
Sempre secondo l'art. 22 ter, ha precisato l'Inpdap, le lavoratrici che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2009 i requisiti di età e di anzianità contributiva previsti dalla normativa vigente, prima della entrata in vigore della legge n. 102, conseguono il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia secondo la normativa previgente.
La legge n. 102 ha introdotto un'altra novità: dal 2010, per la pensione di anzianità, scatta quota "95". Le dipendenti che abbiano maturato i 35 anni di contributi potranno, cioè, andare in pensione rispettando il meccanismo delle cosiddette quote introdotte dalla Legge 247/2007, che prevede la combinazione con i 60 anni di età o 36 di contributi e 59 anni età.
Anno |
Età anagrafica |
2010 |
61 |
2012 |
62 |
2014 |
63 |
2016 |
64 |
2018 e oltre |
65 |