A Sua Santità
Il Sommo Pontefice Benedetto XVI
00120 Città del Vaticano
Santità,
i precari della Scuola Pubblica Italiana hanno ascoltato con gran
commozione i suo ultimi interventi fatti con tanta sofferenza e
affetto paterno per tutti coloro che hanno perso il lavoro a causa di
questa crisi e il caldo appello fatto da sua Sua Santità Illustrissima
per la tutela dell'occupazione in Italia.
Ci sentiamo gratificati per il messaggio fraterno di solidarietà e
amore in tali sinceri e
caritatevoli sentimenti di Sua Santità.
.
Sono gli stessi sentimenti, d'altronde, che ci accomunano per
tutti quelli che si trovano in una situazione di disagio e forte
difficoltà psicofisica ed economica. Inoltre non possiamo nasconderle,
Santissimo Padre, i nostri disagi di precariato che da tempo proviamo
per i nostri 42.000 colleghi della scuola, che hanno perso il lavoro,
dopo decenni di fedele servizio alle dipendenze dello Stato Italiano.
Da
allora viviamo ogni giorno il nostro precariato come un peso che ci
grava sul cuore come un macigno, aggravato inoltre dalla nostra
vivissima preoccupazione per gli altri 90.000 lavoratori della scuola
che perderanno il loro lavoro nei prossimi due anni. Molti di noi sono
disperati. Nonostante i sacrifici fatti per studiare, i concorsi vinti,
le abilitazioni e i master conseguiti, siamo infatti consapevoli che
saremo sbattuti in mezzo alla strada assieme alle nostre famiglie.
Alcuni di noi hanno gridato il loro dolore dal tetto degli Uffici
Scolastici Provinciali occupati, come a Benevento, o hanno fatto lo
sciopero della fame, come a Palermo e Messina, ma nessuno ha mai
ascoltato la nostra disperazione. Molti altri, invece, rivolgono da
mesi preghiere giornaliere alla Madonna e al Signore, buono e
misericordioso, ma non riusciamo a vedere lo stesso uno spiraglio di
luce nel nostro futuro e in quello delle nostre famiglie.
Ci
siamo rivolti quindi anche a lei, Santissimo Padre, con la speranza che
possa pregare per noi ed invocare l'intercessione del Signore e della
Madonna. Inoltre, le chiediamo umilmente di rivolgere un urgente
appello pubblico ai nostri politici, affinché la riforma della Scuola
Superiore sia almeno rinviata di un anno per iniziare un vero confronto
con i docenti, in quanto la proposta attuale danneggia gravemente sia
gli studenti e sia i lavoratori. È importante, poi, che si favorisca da
subito lo scivolo anticipato di due anni per i pensionamenti, così che
anche i lavoratori della scuola possano continuare a sostenere in
futuro le proprie famiglie. I provvedimenti finora adottati dal
Governo, ad esempio il "salvaprecari", sono infatti del tutto
insufficienti e non salvano nessuno, se non, grazie all'ingannevole
gioco di parola, la faccia di chi ha il coraggio di lasciare in mezzo
alla strada 142.000 lavoratori in tre anni.
Confidiamo che Sua Santità Illustrissima ascolterà la nostra preghiera
e facendole presente il silenzio mostrato fino a questo momento
dalla Chiesa e dai suoi organi, come la CEI, intervenuta più volte nel
dibattito sui tagli all'istruzione, ma solo per chiedere maggiori
finanziamenti alla scuola privata, ci ha fatto sentire soli e
abbandonati da tutti.
Confidiamo in un suo eventuale pubblico intervento di solidarietà e in
un appello al Governo Italiano
Le inviamo i nostri più cari e distinti saluti.
A nome di tutti i precari della Scuola Pubblica Italiana.
Coordinamento Precari Scuola nazionale, sezione di Ravenna
Coordinamento Precari Scuola nazionale, sezione di Forlì-Cesena