«Avanti senza paura», è
il saluto che Domenico Pantaleo, segretario della Federazione della
conoscenza, lascia ai 570 delegati da ieri riuniti a San
Benedetto del Tronto, per il secondo congresso del sindacato che sei
anni fa decise strategicamente di unire il comparto di scuola e
ricerca. Un incoraggiamento che
conclude un intervento fiume, durato due ore, che ha strappato molti
applausi: Pantaleo invita il suo sindacato ad aprirsi, a tornare
nei luoghi di lavoro, a rinnovare le sue classi dirigenti per fare
spazio ai giovani, a contrapporre con coraggio alle «ricette populiste
e corporativiste» della destra «i nostri valori senza paura di remare
controcorrente»: solidarietà, accoglienza, libertà, giustizia sociale.
Cinzia Gubbini
«Avanti senza paura», è il saluto che Domenico Pantaleo, segretario
della Federazione della conoscenza, lascia ai 570 delegati da ieri
riuniti a San Benedetto del Tronto, per il secondo congresso del
sindacato che sei anni fa decise strategicamente di unire il comparto
di scuola e ricerca. Un incoraggiamento che conclude un intervento
fiume, durato due ore, che ha strappato molti applausi: Pantaleo invita
il suo sindacato ad aprirsi, a tornare nei luoghi di lavoro, a
rinnovare le sue classi dirigenti per fare spazio ai giovani, a
contrapporre con coraggio alle «ricette populiste e corporativiste»
della destra «i nostri valori senza paura di remare controcorrente»:
solidarietà, accoglienza, libertà, giustizia sociale. Insomma, una
diversa idea di società. Ed ha un senso dirlo qui - Pantaleo ha toccato
temi solo apparentemente scollegati, come scuola, università, pillolla
Ru486 o il tg di Minzolini - perché in qualche modo qui si parla al
paese. A quello che verrà, quello dei bambini e dei ragazzi che si
formano sui banchi di scuola e nelle aule universitarie. Il paesaggio
non è dei migliori, i «nemici» forti e determinati. C'è davvero da
incoraggiare insegnanti e ricercatori ad andare avanti e a «non
abbassare la testa». E' proprio su scuola e università che si abbatte
la scure del governo: con i tagli del ministro dell'Economia Giulio
Tremonti (-26.500 docenti nella scuola statale nel 2010 e 15 mila Ata),
ma anche con una precisa opera di destrutturazione, attraverso le
«controriforme» prima del ministro Letizia Moratti, oggi del ministro
Mariastella Gelmini. Tutte tese a distruggere «le conquiste sociali di
questi anni, a partire dalla scuola di massa», quella scuola che oggi
«non riesce più a essere ascensore sociale», soffocata com'è
dall'assenza di investimenti, strozzata dalla precarietà, che mortifica
i talenti. Quasi che il comparto della conoscenza fosse solo una spesa.
«Sono convinto - ha detto invece Pantaleo - che non ci sia altra strada
per le moderne democrazie della effettiva uguaglianza di opportunità».
Si tratta, dunque, di «investire sulla conoscenza per uscire dalla
crisi», almeno il 2% del Pil, stabilizzando i precari, aprendo a un
piano di reclutamento pluriennale. La precarietà è il primo nodo da
affrontare, per il segretario che si candida alla rielezione: quella
precarietà che è «una condizione paralizzante, che non consente di fare
progetti, che dequalifica il lavoro e deprime persino la produttività».
La Flc, ha annunciato Pantaleo, si prepara a dar vita, per via
statutaria, a un coordinamento nazionale dei precari senza distinzione
nei diversi comparti. Ma non è l'unica proposta: a settembre si
preparano gli Stati generali della conoscenza, a cui Pantaleo invita
tutti i movimenti della scuola e dell'università, in un'apertura
inedita che guarda a un autunno di battaglia. Su questo punto ce n'è
per Cisl e Uil, con le quali il segretario della Cgil si augura di
poter «tornare a discutere», ma in caso contrario «siamo pronti a un
nuovo sciopero generale per la difesa dell'articolo 18». Ce n'è per la
proposta dei senatori del Pd sul contratto unico, che Pantaleo
definisce «un'aberrazione». E in generale per una sinistra che ha
«abbandonato un vocabolario» fatto di classi sociali, interessi del
lavoro, classe operaia, borghesia. Un'impostazione che non esorta alla
rincorsa del centro, senza tuttavia annunciare «scossoni» in vista del
congresso confederale (91,82% per la mozione Epifani). Plaude alla
relazione il portavoce della Federazione della sinistra Paolo Ferrero.
Presenti anche rappresentanti di Pd e Sel. E la Flc sabato parteciperà
alla manifestazione per la liberazione dei volontari di Emergency
catturati in Afghanistan.