Firenze, 17 maggio 2010
Io spero che il 23 maggio diventi, negli anni, una giornata importante: la festa del libro è da segnare sul calendario. Alle feste si fanno i regali e ne ho in mente uno da consigliare agli insegnanti: è un regalo un po’ trasgressivo, forse persino un po’ provocatorio.
Ecco: poiché il 23 è domenica, il 21 potrebbe essere il “giorno del libro a scuola” e voi regalate una giornata di lettura ai vostri ragazzi. E dove sarebbe la stranezza, l’eccezionalità, la trasgressione?, obietterà qualcuno: O che non si legge ogni giorno, continuamente, in ogni scuola del mondo, ciascuno alla propria ora, ciascuno con i propri suoni, ciascuno con le proprie storie?
Regalate una giornata di vostre letture, intendo: regalate la vostra voce ad un libro, scelto come vi pare e garba. Si tratta, badate, di un regalo grande, di quelli impegnativi, che i vostri ragazzi avranno difficoltà a restituirvi: regalare una lettura ad alta voce è regalare tempo, tempo senza fretta per ritmi, pause, silenzi, attese.
Regalare voce ad un testo è regalare benessere, è stare a scuola con testa, cuore, corpo, seduti un po’ come si vuole, accanto, insieme a condividere un’avventura: un’emozione.
E se il 21 maggio è programmata la tabellina del 7? E se sul registro abbiamo scritto “gli affluenti di destra del Po”? E se il verbo cuocere dà grattacapi al passato remoto? E se il dirigente passa oggi, 21 maggio, per la visita d’ispezione? Fate sedere anche lui in cerchio, così come gli viene, e vedrete che per un’ora si dimentica persino dei rossi in bilancio. E se non sapete cosa leggere? E se temete di annoiare, se siete incerti tra un Grimm, un Calvino, un Tognolini?
Lasciatevi guidare dal gusto vostro: ce la farete benissimo. Non vi sentite lettori provetti? Affidatevi alle fiabe popolari, ai loro meravigliosi testi scritti, quelli con i viaggi di qua e di là dal mare, con le prove impossibili, con amori capaci di sconfiggere draghi e di superare ogni avverso destino…
Se la ricorderanno questa giornata i vostri alunni: la giornata in cui a scuola non si è fatto nulla di nulla, come certo molti diranno alle loro mamme. Si ricorderanno la bellezza dell’ascolto, un po’ teatro e un po’ ritorno all’infanzia più lontana (anche i bambini hanno un’infanzia lontana); si ricorderanno d’aver condiviso un brivido, un incontro misterioso, un lieto fine; si ricorderanno del compagno meno timido che ad un tratto ha chiesto “leggi ancora, leggine un’altra”.
Qualcuno si innamorerà. Non tutti: non illudiamoci. Ma qualcuno si innamorerà, statene certi. Di un libro, naturalmente”.
Carla Ida Salviati,
direttore delle riviste “La Vita Scolastica” e "Scuola dell'Infanzia