Palermo. Una
ragazzina palermitana di 13 anni ha accumulato troppe assenze a scuola,
rischiando così di essere tolta ai propri genitori e di essere adottata
da un'altra coppia. La macchina implacabile della burocrazia,
indifferente a sentimenti ed affetti, si è messa in moto senza neppure
cercare di sapere perché Maria - il nome è di fantasia - non era andata
a scuola per molto tempo, tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010.
Le assenze sono bastate perché dalla scuola partisse una denuncia per
la Procura della Repubblica. Una delle migliaia che ogni anno sono
inviate agli uffici giudiziari nell'ambito della lotta all'evasione
scolastica che a Palermo è diffusissima, specialmente nei quartieri
popolari.
Dove le famiglie - alle prese con problemi economici gravissimi -
chiudono entrambi gli occhi se i loro ragazzi vanno a lavorare per
guadagnare pochi euro piuttosto che frequentare la scuola. L'evasione
scolastica, un fenomeno sociale dalle conseguenze drammatiche per il
futuro di migliaia di giovani, fino a poco tempo addietro era un reato
di cui rispondevano i genitori.
Poi è stato depenalizzato, ma le conseguenze - come nel caso dell'avvio
della procedura dell'adottabilità - sono altrettanto, se non di più,
pesanti di una denuncia penale. Insomma, un calvario.
È quanto vissuto dal padre - un barista - e dalla madre - una casalinga
- di Maria, dallo scorso agosto, quando furono convocati dal giudice
del Tribunale per i minorenni di Palermo, a cui la Procura aveva
trasmesso la denuncia ricevuta dalla scuola.
«Fu un fulmine a ciel sereno - ricorda l'avvocato Mauro Torti, che ha
assistito la famiglia - anche perché qualcuno, non so se dei servizi
sociali oppure dei carabinieri, aveva telefonato al padre per
chiedergli come mai Maria non fosse andata a scuola.
Il mio cliente spiegò che la figlia era stata sottoposta all'ennesimo
intervento a causa della patologia di cui soffre da quando è nata.
Cure continue ed interventi chirurgici anche lontano da Palermo, come
abbiamo potuto dimostrare con la documentazione in mano. Fatto sta -
continua il legale - che a fine agosto è arrivata la convocazione del
giudice che ci ha notificato l'avvio della procedura di adottabilità
per inosservanza della frequenza scolastica.
Oltre il danno, pure la beffa».
Presentata l'istanza di rinvio per avere la possibilità di consegnare
ed illustrare al giudice la documentazione sanitaria, ieri la svolta
l'udienza tanto attesa dai genitori di Maria, che è la loro unica
figlia.
Il Tribunale per i minorenni ha annullato il provvedimento di
adottabilità. Accertato che la ragazzina non poteva andare a scuola
perché affetta dalla nascita da una grave patologia, il provvedimento è
stato cassato.
Da qui, il decreto di non luogo a procedere emesso dallo stesso
Tribunale, presieduto da Antonina Pardo.
Maria, nel frattempo, è tornata a scuola, compatibilmente con la
patologia di cui soffre.
«È legittimo che la mancata frequenza scolastica venga segnalata ai
servizi sociali - spiega ancora l'avvocato Torti - ma è altrettanto
legittimo pretendere che qualcuno controlli anche di persona il perché
di un'assenza così prolungata. Giusto per evitare ulteriori sofferenze
alla famiglia e per non arrivare a tanto».
Giorgio Petta - La Sicilia del 22
ottobre 2010