Maestre e prof sempre più stressati. A rivelarlo è lo studio presentato oggi da Vittorio Lodolo D'Oria, medico ematologo e responsabile dello sportello informatico per gli insegnanti in crisi, su un campione di 5.264 docenti incontrati nel 2010 dal maggiore esperto italiano di burnout nel corso dei 56 incontri svolti in 13 regioni. La ricerca sul disagio mentale degli insegnanti, realizzata attraverso la somministrazione di questionari, mette in evidenza che tre su quattro ammettono di sentirsi stressati a causa del lavoro logorante. A causare lo stress maggiore agli educatori delle scuole italiane sono nell'ordine: gli studenti (26 per cento), i loro genitori (20 per cento), i colleghi (20 per cento) e solo all'ultimo il dirigente scolastico (2 per cento). La restante parte (32 per cento) ritiene usurante la somma di tutte le cause. Ma il dato più preoccupante è che metà degli intervistati dichiara di essere "decisamente" stressato. Il 23 per cento è "moderatamente" stressato e soltanto il 27 per cento si dichiara "sereno". Pochi visto che oltre 800 mila docenti, ogni giorno, seguono quasi 8 milioni di alunni. Alla base della patologia, non ancora riconosciuta in Italia, c'è un mix di problematiche. "Le tantissime riforme sulla scuola degli ultimi anni - spiega Lodolo D'Oria - i ragazzi e i genitori sempre più difficili da gestire. Ma anche la globalizzazione, le nuove tecnologie e tutte le novità degli ultimi anni mettono in crisi i docenti". L'aspetto che comunque pesa maggiormente su maestre e prof è lo "scarso riconoscimento sociale del lavoro svolto". "Pochi sono realmente coscienti - conclude il medico - del reale rischio che corrono durante il lavoro". "In Italia, nessuno se ne occupa", fa notare Lodolo D'Oria. Dal 2007, in Francia ogni 300 insegnanti è previsto uno psichiatra e anche in Germania e in Giappone si è affrontato il problema. Basta fare un giretto nelle scuole italiane per comprendere quanto sia difficile gestire una classe. Soprattutto da quando, per consentire i tagli agli organici, il numero di alunni per classe è aumentato e da quando in un'aula sono presenti anche tre soggetti disabili senza adeguato supporto. Con il Patto di stabilità anche le amministrazioni comunali fanno fatica ad erogare i servizi assistenziali che assicuravano un tempo e la frittata è fatta: tutto sulle spalle dei docenti. Inoltre nel rapporto finale dell'indagine viene indicato che tra i fattori che influenzano maggiormente l'educazione dei ragazzi loro affidati, gli insegnanti stilano una graduatoria che relega la scuola all'ultimo posto come importanza. Sono accreditate in ordine decrescente: la famiglia (84%); le tecnologie (12%); le amicizie (3%); la scuola (1%)". Terribilmente ultima. A completare il quadro ci sono spesso ambienti non idonei, periodi di precariato biblici e le riforme che si rincorrono e la cui applicazione è sovente nebulosa e poco chiara. Sono le donne le più colpite dallo stress. Determinante è il loro doppio ruolo di lavoratrici in casa e fuori casa e che la metà ha un'età che si aggira intorno ai 50 anni, non anziane ma nemmeno più giovanissime, molte alle prese con le difficoltà della menopausa. Negli Stati Uniti è stata dimostrata anche la maggiore predisposizione al cancro da parte degli insegnanti. E in Italia? Entro il 31 dicembre del 2010 anche le scuole avrebbero dovuto predisporre il Documento di valutazione rischio da lavoro correlato, ma soltanto 140 dirigenti scolastici in tutto si sono posti il problema. La restante parte dei 10.400 presidi probabilmente non sa neppure avrebbe dovuto predisporlo.
ARTICOLO DI SALVO INTRAVAIA DI REPUBBLICA