La scuola lombarda è stata spremuta dai tagli fino all´ultima goccia, di più non si può fare, parola del direttore scolastico regionale. Per capire basta una fotografia: quella dei 51 studenti di una prima dell´istituto industriale Giorgi, che nel settembre scorso erano costretti a fare lezione in palestra. La classe ora è stata divisa in due, ma il problema delle aule che scoppiano resta. Perché i tagli si traducono anzitutto in spazio in meno.
IL SOVRAFFOLLAMENTO
Se la media di alunni per classe in Italia è di 21,3, in Lombardia si arriva al 21,7. La ragione è semplice: mentre in dieci regioni italiane il numero di studenti è calato dall´anno scolastico passato, in Lombardia ci sono 12mila studenti in più, una conseguenza dell´alto numero di stranieri. Ed è un aumento enorme, se si pensa che complessivamente gli alunni in Italia sono 14mila in più rispetto all´anno scorso. Il contingente di docenti però non cresce di conseguenza, come sarebbe logico aspettarsi, ma diminuisce: in Lombardia ci sono 2.704 insegnanti in meno, quasi il 2,8 per cento. Dalla sproporzione nascono situazioni come quella del Giorgi: non ci sono insegnanti per fare due classi, allora se ne fa una. Lo stesso vale per il sostegno agli studenti con disabilità.
I DISABILI
A bocciare i tagli degli insegnanti di sostegno ci ha pensato il tribunale civile. Una sentenza ha stabilito che è discriminatorio ridurre le ore di aiuto agli studenti disabili, accogliendo il ricorso di trenta genitori di 17 alunni di elementari milanesi. «Non ovunque si seguono gli stessi criteri per certificare la disabilità - dice il direttore Colosio - e l´importante non è il numero di insegnanti, ma la qualità del lavoro di integrazione in classe». Sarà. Ma un conto è avere due ragazzini da accudire (ed è la media italiana), un´altra è averne tre, come spesso succede in Lombardia. In regione ci sono 1.811 alunni disabili in più rispetto al 2009, e la media sale a 2,3 studenti per docente di sostegno. E se mancano insegnanti, non va meglio con i dirigenti delle scuole
I PRESIDI
Per Colosio «le reggenze sono il vero dramma della scuola lombarda». "Reggente" è quel preside che ha più di un istituto da guidare, visto che da anni non vengono fatti nuovi concorsi per dirigente scolastico. In altre regioni ce ne sono in eccesso, in Lombardia ne mancano 314, con il risultato che altrettante scuole non hanno un preside tutto loro e lo devono quindi condividere con altri istituti. I dirigenti sono così costretti a correre qua e là, da una scuola all´altra. La stessa vita che, paradossalmente, tocca ai professori senza contratto, costretti a dividersi fra più istituti e fare da supplenti tappabuchi per i colleghi assenti.
I PRECARI
Ieri Cgil ha riunito alla Camera del Lavoro oltre mille insegnanti senza un posto fisso. L´obiettivo per tutti è impugnare il proprio contratto entro il 23 gennaio, data ultima che la legge dello scorso novembre sul pubblico impiego consente ai precari storici per tentare di ottenere una regolarizzazione della propria posizione. O quantomeno un indennizzo. Cisl ha già raccolto e inviato 500 richieste di assunzione a tempo indeterminato fra gli insegnanti, Cgil comincia ora. I prof che avrebbero diritto all´assunzione sono almeno 15mila, e 10mila sono i bidelli e gli impiegati nella medesima situazione. «La corsa al risparmio a tutti i costi - dice Pippo Frisone, di Flc Cgil - ha creato aberrazioni che potranno essere corrette solo in anni e anni di politiche del lavoro responsabili
Articolo di Franco Vanni di Repubblica