Oltre 20.000
precari hanno già impugnato i contratti a tempo determinato stipulati
nella scuola, nell'università, nella ricerca. Un dato che fa emergere
in tutta la sua drammaticità l'abuso che l'amministrazione pubblica ha
fatto reiterando contratti a termine su posti liberi.
20.000 è un dato in difetto che si riferisce solo a quei lavoratori che
hanno scelto gli uffici legali della FLC per impugnare i contratti, un
passo che è l'anticamera del ricorso vero e proprio. Il Collegato al
lavoro (la legge 183/2010), una Legge retrograda e vergognosa, ha
imposto tempi strettissimi per impugnare e fare ricorso contro rapporti
di lavoro illegittimi, sperando di mettere una pietra tombale sulle
proteste dei precari. E invece la campagna di informazione della CGIL
ha spinto tantissimi lavoratori a non rinunciare a far valere le
proprie ragioni e i propri diritti.
“Il Governo nei settori della conoscenza intende cancellare il diritto
delle lavoratrici e dei lavoratori alla stabilità per alimentare un
precariato senza speranza che mortifica le competenze e le
professionalità” - ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario generale
della FLC CGIL. Ricordando che c'è tempo fino al 23 gennaio per
impugnare i contratti già scaduti, quindi “il tempo stringe”, Pantaleo
ha detto che “la FLC ha dimostrato che è possibile coprire con vere
assunzioni 100.000 posti nella scuola nei prossimi 3 anni a costo quasi
zero.
In modo simile sono possibili stabilizzazioni anche nell'università,
nell'AFAM e nella ricerca. Un'operazione virtuosa che coniuga
risparmio, lavoro buono e qualità dei servizi ai quali il governo, in
tutt'altre faccende impegnato, non ha dato risposta. (da Flc-Cgil)
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