Licei in pole position per le prossime iscrizioni. Ma anche i tecnici sono in risalita. I termini per decidere in quale scuola mandare i propri figli scadono il 12 febbraio, ma i giochi ormai sembrano fatti. Nelle superiori post-riforma Gelmini (i nuovi indirizzi sono partiti lo scorso settembre) i licei restano la scelta preferita dalle famiglie, seppur con qualche distinguo rispetto al passato. A fornire le prime tendenze sono i dirigenti scolastici: il classico perde terreno a vantaggio dello scientifico e del linguistico, indirizzi ritenuti più “pragmatici” dai genitori, che buttano un occhio al futuro e agli sbocchi lavorativi più che in passato. Per lo stesso motivo anche gli indirizzi tecnici tornano al centro dell’interesse delle famiglie che, in tempi di crisi, arrivano dai presidi già con i dati dei profili più richiesti dalle aziende.
La parola d’ordine è concretezza. Se un tempo si andava a caccia della scuola che offriva più progetti o attività pomeridiane, ora si punta su tutto ciò che può costituire un bagaglio utile per il futuro lavorativo o di studio dei ragazzi. Lingue e laboratori sono i terreni più sondati dai genitori. La possibilità di ottenere a scuola certificazioni di informatica o attestati linguistici sono una discriminante. L’inglese regna sovrano, come lingua must da approfondire. Segue lo spagnolo. Perde terreno il francese. Attrae poco il tedesco.
Altra parola chiave in questa fase di iscrizioni è Internet: le famiglie scaricano dai motori di ricerca tutte le informazioni e i dati disponibili sulle scuole a cui sono interessati. «Spesso - racconta Mario Rusconi, preside del liceo Newton di Roma - arrivano già informati su episodi avvenuti negli istituti, sui docenti, sul dirigente. Comunque tutti i genitori chiedono un corpo di insegnanti stabile, scuole sicure e ambienti controllati. Noi per lo scientifico abbiamo duecento posti e sono venute a visitarci cinquecento famiglie».
Quanto agli indirizzi, «il linguistico va forte - spiega il dirigente del liceo Agnesi di Milano, Giovanni Gaglio - perché le lingue vengono viste come una opportunità per poi poter lavorare anche all’estero. L’indirizzo piaceva già prima della riforma Gelmini, ma ora attira decisamente di più. Io comunque dico sempre alle famiglie di scegliere con oculatezza, secondo le inclinazioni dei ragazzi. Ogni scuola ha pari dignità, mai forzare gli studenti verso un indirizzo».
Anche i tecnici, secondo le prime sensazioni, segnano una ripresa. «L’anno scorso - racconta Salvatore Giuliano, dirigente del Majorana di Brindisi, la scuola dove i docenti scrivono i libri di testo - il 60% dei neo iscritti aveva scelto il tecnico, il 40% lo scientifico tecnologico. Quest’anno l’80% sta optando per il tecnico, in particolare per l’indirizzo chimico. Si punta al sodo e sulle prospettive di lavoro. E poi in questi indirizzi c’è un forte uso dei laboratori che piace ai ragazzi».
All’Istituto Hertz di Roma di laboratori ne hanno una ventina e ne vanno orgogliosi. «I genitori che sono venuti in questi giorni di iscrizioni - dice il preside, Marco Guspini - hanno voluto visitarli personalmente. Noi ne abbiamo alcuni molto avanzati, soprattutto per la parte che riguarda l’informatica. Quest’anno c’è più interesse per gli indirizzi tecnici anche perché il ministero ha fatto informazione diffondendo i dati di quanti diplomati cercano le aziende. I genitori sono attratti, poi, dalle certificazioni che si offrono. Noi abbiamo accordi con il Trinity college per l’inglese e con Cisco per l’informatica».
Anche nei licei le certificazioni diventano discriminanti fra una scuola e l’altra, spiega la preside del Giulio Cesare di Roma, Micaela Ricciardi, «sono fattori che pesano nella scelta, insieme alla stabilità del corpo docente». Alle medie, invece, vanno forti le sezioni musicali. La mensa è poco richiesta, mentre nelle grandi città è richiestissima alla primaria.
Anche alle medie le lingue la fanno da padrone. E, per aiutare i genitori a scegliere in quali scuole superiori portare i figli, i presidi offrono sempre di più test di orientamento fatti da esperti e lezioni ponte con i docenti delle scuole di secondo grado. «I test - spiega Paola Fattoretto, preside della scuola media Bramante di Roma - possono essere incrociati con i suggerimenti degli insegnanti per dare ai genitori basi più solide sulle quali decidere». Ad oggi, comunque, vale ancora il passaparola. Un sistema di valutazione che dia i ‘voti’ alle scuole non c’è, molti genitori ricorrono al sentito dire per orientarsi. Il tam tam con tutte le informazioni corre sul web, fra una chat in facebook e una mailing list. Ma la delusione è dietro l’angolo. Meglio sempre muoversi per tempo e raccogliere tutto il materiale possibile
Articolo di Alessandra Migliozzi dal Messaggero.it