Abbiamo
estorto un’intervista alla deputata del PD Alessandra Siragusa che, con
la senatrice Simona Vicari del PDL e altri parlamentari, ha fatto
approvare il disegno di legge che sana la posizione dei presidi
vincitori del concorso del 2004.
ASASi: On. Siragusa, la scuola statale siciliana, ha raggiunto un
livello d’apprendimento medio per gli studenti quindicenni, pari a 451,
contro una media italiana di 486 e una media Ocse di 491. Quali secondo
lei le cause?
Alessandra Siragusa: I risultati dell’indagine OCSE-PISA fotografano la
difficile situazione di contesto, sono lo specchio della povertà
economica e culturale della nostra regione. La scuola in Sicilia è
chiamata ad affrontare problemi molto gravi di deprivazione sociale e
culturale. Il molto che si è fatto nella prevenzione della dispersione
scolastica riguarda soprattutto lo stare a scuola, ma poi il problema
rimane come tenerceli questi ragazzi e soprattutto le strategie di
insegnamento/apprendimento in situazioni di partenza tanto
svantaggiate. Occorrerebbe una scolarizzazione precoce, il
potenziamento del numero di sezioni della scuola dell’infanzia, ancora
troppo scarse nonostante il calo demografico, e del tempo pieno nella
scuola primaria, presente in percentuale irrisoria. In un panorama
simile, credo che la riduzione del tempo scuola voluto dall’attuale
governo nazionale, sia una sciagura per il successo formativo dei
ragazzi siciliani!
ASASi: On. Siragusa, in Sicilia, le scuole statali hanno visto
diminuire la propria popolazione scolastica, solo nell’ultimo anno, di
9.000 unità (in pratica 18 scuole in meno in un anno). Quali potrebbero
essere le cause?
Alessandra Siragusa: Le cause della diminuzione della popolazione
scolastica sono da collegarsi alla gravissima crisi economica che si è
abbattuta su una situazione già difficilissima. Al calo delle nascite
che parte da lontano si è aggiunto un più recente fenomeno migratorio:
in Sicilia si sta perdendo quel poco lavoro che c’era e le famiglie
emigrano in cerca di nuova occupazione!
ASASi: On. Siragusa, il docente, nella qualità di componente del
consiglio d’istituto, ha un ruolo sovraordinato di indirizzo e di
controllo rispetto al preside. Nella qualità di professore ha un ruolo
subordinato e dipendente. Un docente, però, può far parte
contemporaneamente della RSU, del comitato di valutazione e del
consiglio d’istituto. Pensa che possa esservi un conflitto d’interesse?
Alessandra Siragusa: Parlare di conflitto d’interesse del docente in un
Paese dove esistono ben altri e più gravi conflitti mi sembra
onestamente esagerato! Un’istituzione scolastica in cui la governance
sia assunta come fondamento dell’autonomia può serenamente articolare
le presenze in modo da evitare eventuali problemi!
ASASi: On. Siragusa, ritiene che la presenza di 13 organi collegiali in
ogni scuola migliori le condizioni amministrative, didattiche e
gestionali?
Alessandra Siragusa: La questione della governance mi sembra
importantissima, ma governance è capacità di cooperazione fondata sulla
condivisione di obiettivi, percorsi e strategie! Non credo che sia del
tutto corretto dire che esistono 13 organi collegiali, perché non tutti
quelli citati hanno lo stesso ruolo né concorrono alla governance.
Certo comunque, occorrerebbe mettere mano agli istituti di
partecipazione e, insieme, chiedere a genitori e studenti una più
efficace corresponsabilizzazione.
ASASi: On. Siragusa, l’assenza di valutazione del personale negli
ultimi quarant’anni può aver influito sui livelli di apprendimento
degli allievi? Perché a suo avviso è fallita la sperimentazione di
valutazione voluta dal Ministro Gelmini?
Alessandra Siragusa: La valutazione delle scuole e dei percorsi
d’insegnamento/apprendimento mi sembra di fondamentale importanza per
il raggiungimento della mission delle istituzioni scolastiche, ma il
fallimento del tentativo un po’ sciatto della Gelmini era scontato: non
si può bersagliare la scuola, dirne di cotte e di crude, bloccare gli
scatti di anzianità, tagliare le ore e i posti di docenza, e poi
immaginare che frotte di insegnanti e di scuole corrano a farsi
valutare! Occorre coinvolgere le scuole, rafforzarne e valorizzarne
l’autonomia, pensare percorsi di valutazione e di autovalutazione
chiari, trasparenti e condivisi, strutturare i premi collegandoli ai
progressi degli studenti dal livello di partenza e in modo che sia la
scuola ad assegnarli. Penso, insomma al modello proposto da Checchi,
Ichino e Vittadini. Allora, credo, sarà possibile chiedere agli
insegnanti e a tutti coloro che lavorano a scuola di farsi valutare! E
migliorare la qualità del sistema scolastico!
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