In un messaggio
per la tre giorni di dibattiti promossa da Laterza in dieci scuole
d’Italia il Presidente Napolitano ha
espresso «soddisfazione per il grande contributo che l’istruzione
pubblica ha dato alla crescita dei sentimenti di unità e di identità
nazionale degli italiani. Un contributo – sottolinea- di cui c’è ancora
e più che mai bisogno». L’iniziativa promossa “L’Italia unita a scuola”
prevede tre giornate in cui dieci scuole si apriranno ai cittadini,
invitandoli a incontrare studenti e professori, in occasione di lezioni
magistrali, seminari, workshop, concerti, mostre, film ed altro su un
tema della storia dell’Italia unita. (Il programma su
www.italiaunitascuola.it/programma)
Questo il testo del messaggio di Giorgio Napolitano: «Sono lieto
di aderire all’invito della Casa Editrice Laterza, che mi chiede di
contribuire con una breve riflessione ai dibattiti che si terranno in
dieci scuole italiane il 15 e 17 marzo, in occasione del 150
anniversario dell’unità d’Italia, dibattiti che hanno in comune il tema
di fondo: “L’Italia unita a scuola”. A questo tema limiterò le mie
osservazioni. Ma mi congratulo per le scelte degli specifici argomenti
che verranno discussi: pur diversi tra l’una e l’altra scuola, rivelano
in ogni caso un forte impegno civile».
«Guardando alla nostra storia di nazione unita, da un secolo e mezzo,
in un solo Stato, è giusto esprimere anzitutto una più che giustificata
soddisfazione per il grande contributo che l’istruzione pubblica ha
dato alla crescita dei sentimenti di unità e di identità nazionale
degli Italiani. Un contributo di cui c’è ancora e più che mai bisogno
per rafforzare la coesione del paese dinanzi alle ardue prove cui è
chiamato».
«Va al tempo stesso sottolineata l’importanza del compito che spetta
alla scuola nel diffondere tra le nuove generazioni una più
approfondita conoscenza dei diritti e dei doveri che da più di mezzo
secolo la Costituzione repubblicana garantisce e indica a tutti i
cittadini».
«E guardando oltre i nostri confini, appare necessario che la scuola
prepari i giovani ad essere sempre più consapevoli degli obiettivi che
dobbiamo proporci, come Stato nazionale, nel quadro dell’Unione
Europea. C’è ancora molto da fare affinché in Europa tutte le categorie
sociali e tutte le realtà regionali possano essere partecipi di un più
elevato livello comune di benessere».
«Inoltre, la nuova realtà di un mondo in cui grandi popoli si stanno
dimostrando capaci di uscire da una secolare condizione di
arretratezza, ma nel quale esistono vasti arsenali di armi di
distruzione di massa e comunque ogni crisi e conflitto locale rischia
dì coinvolgere tutti, impone ai paesi ancora oggi più ricchi di risorse
di assumersi nuove responsabilità, per contribuire alla cooperazione
fra gli Stati, alla sicurezza, alla pace e al progresso civile in tutti
i continenti». (da
http://www3.lastampa.it/scuola/sezioni/news/articolo/lstp/393472/)
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