"La proposta 'Da
ora in poi tutti a tempo indeterminato ma nessuno inamovibile'
significa, innanzitutto, che può esserci un periodo di prova
adeguatamente lungo. Poi significa che, se occorre l'insegnante, nel
nuovo regime, può essere trasferito da un posto a un altro; e che, se
la sua prestazione non serve più, può anche essere licenziato. Come
accade pacificamente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti". Così il
giuslavorista e senatore del Pd, Pietro Ichino, spiega a LABITALIA la
proposta da lui lanciata oggi dalle colonne de 'Il Corriere della
Sera', di ridefinire la disciplina dei rapporti di lavoro a tempo
indeterminato per tutte le nuove assunzioni nella scuola.
Secondo Ichino, la sua proposta è possibile nel contesto italiano
attuale anche se, avverte, "occorre una legge che definisca questo
regime per tutti i nuovi rapporti di lavoro". "Ma per questo - aggiunge
- non ci sarebbero problemi di costituzionalità, poiché la Corte
costituzionale ha affermato più volte che è legittima la
differenziazione delle discipline applicabili in relazione al tempo di
costituzione del rapporto. In particolare -sottolinea- è legittima
l'esclusione dalla nuova disciplina dei rapporti costituiti prima della
sua entrata in vigore".
Per praticare questo nuovo regime, per
il giuslavorista, occorre però una dirigenza scolastica che sappia
esercitare davvero prerogative manageriali. "Finché quelle
prerogative ai dirigenti scolastici non le assegniamo davvero -spiega
Ichino- imponendo loro un severo
controllo dei risultati, non possiamo aspettarci che imparino a
esercitarle. D'altra parte, se oggi affidiamo loro le decisioni
inerenti all'ingaggio degli insegnanti precari e al rinnovo o no
dell'ingaggio stesso, perché non potremmo affidare loro, magari
responsabilizzandoli adeguatamente in relazione a obiettivi precisi e
misurabili di costo e di performance, anche la gestione della
flessibilità dei nuovi rapporti?".
"E se finora abbiamo tollerato che
150.000 insegnanti fossero ingaggiati come impiegati pubblici precari,
di serie B o C -si chiede ancora il giuslavorista- perché mai non
potremmo, d'ora in poi, prevedere per tutte le nuove assunzioni una
unica 'serie A', con un periodo di prova adeguato e flessibilità molto
maggiore rispetto al vecchio rapporto di lavoro ingessato dei
professori di ruolo?".
Per Ichino, inoltre, "resta sempre attualissima la questione di una
riforma dei trattamenti di disoccupazione e della copertura
previdenziale per i periodi di non lavoro". "D'altra parte, a chi entra
oggi come insegnante nella scuola non offriamo alcuna protezione di
questo genere: il nuovo regime che propongo -sottolinea- sarà comunque
migliore rispetto alla situazione attuale, anche senza riforma degli
ammortizzatori sociali".
E l'esigenza di un 'nuovo' diritto del lavoro, per il senatore del Pd,
non è riservata solo al mondo della scuola, ma a tutto il settore
privato. "La riforma che propongo è contenuta nel disegno di legge n.
1873, che ho presentato al Senato nel 2009 insieme ad altri 54 senatori
del Pd. In sintesi, propongo questo: da qui in avanti, esclusi i casi
classici di contratto a termine per sostituzioni o punte stagionali,
tutte le nuove assunzioni in posizione di sostanziale dipendenza
dall'impresa avvengono con un contratto a tempo indeterminato, come
prevede la direttiva europea n. 70/1999. Resta in vigore il controllo
giudiziale contro i licenziamenti discriminatori e su quelli di natura
disciplinare. Per i licenziamenti determinati da motivi economici od
organizzativi, invece, il controllo giudiziale -conclude Ichino- è
sostituito da un regime di responsabilizzazione dell'impresa per la
sicurezza del lavoratore nel passaggio alla nuova occupazione, entro un
limite di tempo e di costo predeterminato".
(da http://www.adnkronos.com/)
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