Scuole
elementari «bastonate» dai tagli. I primi dati delle riduzioni decise
dal ministero dell’Istruzione parlano di 178 cattedre in meno in tutta
la provincia. La scuola vicentina ne esce con le ossa rotte visto che,
rispetto alle altre sei province venete, ha più alunni e dovrà pagare
di più in termini di insegnanti. Rispetto all’anno in corso ci saranno
quasi 180 posti in meno per 42.603 bambini che frequenteranno le
elementari. E i sindacati del comparto, unanimi, gridano al «massacro».
I numeri su come si delineeranno le primarie dal prossimo settembre
sono usciti dal vertice regionale di ieri tra le organizzazioni
sindacali e la direzione dell’ufficio scolastico a Venezia. In tutto il
Veneto «saltano» 831 cattedre ma, a quanto sembra, si sarebbe tentato
almeno di preservare il tempo pieno richiesto dalle famiglie. A Vicenza
la domanda ammonta a 364 classi a tempo pieno, pari al 16 per cento del
totale delle classi.
Sarà l’ufficio scolastico provinciale a dover tradurre le
richieste pervenute in una concessione anche se, da come è stato
delineato l’organico, dovrebbe esserci il via libera quasi totale. «In
generale - commenta Tina Cupani, segretaria provinciale della Cisl
scuola - sarà un vero disastro, così si mettono le scuole primarie
nell’impossibilità di garantire un minimo di offerta formativa di
qualità. Non è giusto, un taglio così pesante mette in ginocchio gli
istituti». Doriano Zordan, alla guida dello Snals vicentino, pone
l’accento sul rischio che la riduzione vada a penalizzare la copertura
del tempo mensa. «Potrebbe non esserci più organico per coprire la
pausa tra le lezioni del mattino e quelle del pomeriggio, per cui di
seguire i bambini in mensa. Il Veneto è stato bastonato ». A Vicenza la
situazione sembra più pesante rispetto alle altre province perché la
sforbiciata è maggiore, pur avendo più alunni.
In sintesi, a Padova la riduzione è di 122 posti a fronte di 39690
alunni (598 le classi a tempo pieno richieste), a Treviso è di 157
cattedre con 41650 bambini (332 classi a tempo pieno), a Venezia sono
147 i tagli e 35393 gli studenti (615 classi a tempo pieno), a Verona
145 riduzioni con 41493 alunni (423 classi a tempo pieno), a Rovigo 35
cattedre in meno a fronte di 8872 bambini (38 classi a tempo pieno) e,
infine, a Belluno 47 posti da tagliare con un totale di 8553 alunni (59
classi a tempo pieno). «Per lo meno - è il commento di Sebastiano
Campisi, segretario provinciale del comparto per la Cgil - si è cercato
di preservare il tempo pieno, comunque già quest’anno le elementari
hanno toccato il fondo del barile grazie ai tagli, a settembre il
barile sarà perforato». Marco Oteri, della Uil vicentina, fa notare che
così «aumenteranno ancora di più precariato e disoccupazione ».
Conclude Francesco Bortolotto, coordinatore provinciale della Gilda:
«Il ministro all’Istruzione Maristella Gelmini ha affondato la
primaria. Sempre meno docenti e sempre più classi affollate».
Elfrida Ragazzo (da http://corrieredelveneto.corriere.it)
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