''Con la
proposta di legge sull'universita' presentata ieri, il Pd scende dai
tetti ed e' costretto ad ammettere il fallimento del tentativo di
radicalizzare lo scontro politico su un tema cosi' importante come la
riforma dell'universita'''. Lo ha dichiarato, in una nota, il ministro
dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.
''Il Pd cerca adesso la rivincita - aggiunge la Gelmini - provando a
riaprire un percorso parlamentare concluso appena pochi mesi fa. La
sinistra dimostra ancora una volta di essere esperta ad aprire tavoli,
a perdere tempo e non concludere mai nulla. L'ultima cosa di cui il
sistema universitario ha bisogno infatti e' riaprire il cantiere
normativo mentre gli atenei e il Ministero stanno lavorando per attuare
la riforma e tutte le componenti del mondo universitario sono impegnate
sui provvedimenti attuativi e sugli statuti''.
''Per quanto riguarda l'immediata attuazione delle procedure di
selezione - spiega la Gelmini - non c'e' bisogno di alcuna legge.
Spetta infatti agli atenei varare un loro regolamento, cosa che possono
fare in tempi rapidi. E' assurdo che coloro che ritengono la riforma
troppo prescrittiva chiedano ora di legiferare anche su quello che era
stato giustamente lasciato alla responsabilita' degli atenei''.
''Il compimento di tutte le procedure concorsuali bandite prima
dell'entrata in vigore della legge - prosegue il ministro - e' gia'
garantito dalla stessa riforma dell'universita'. Ovviamente, tutte le
procedure bandite prima del 29 gennaio 2011 saranno portate a termine
con le vecchie regole. Al momento devono essere completati circa 250
concorsi da associato e ordinario e oltre 1.500 da ricercatore, circa
900 dei quali banditi nel 2011. Ci sono poi circa 2mila idonei che
possono essere chiamati. Anche il rinnovo degli assegni di ricerca
banditi prima dall'entrata in vigore della riforma e' gia' possibile
senza alcun intervento normativo, come ribadito in una circolare
inviata a tutti gli atenei''.
Sui tempi di attuazione del ddl, la Gelmini conferma ''l'impegno a
varare tutti i provvedimenti necessari entro sei mesi. Ricordo tuttavia
che gli atti davvero fondamentali sono meno di una
dozzina''. (ASCA)
Bersani,
albero storto e dobbiamo raddrizzarlo
Pier Luigi Bersani e' tornato a
criticare la riforma dell'universita' del ministro Mariastella Gelmini
e ha promesso che non solo quando il Pd sara' al governo, ma gia' da
ora si fara' il possibile per rimediare.
"Questa riforma e' un albero storto, come direbbe Tremonti", ha
spiegato il segretario del Pd intervenendo a un seminario
sull'universita' organizzato dal partito. Dunque "dobbiamo raddrizzare
quest'albero ed evitare danni maggiori".
Non e' un caso, ha sottolineato, "che la riforma si blocchi
nell'applicazione. E' un meccanismo barocco".
Quattro sono per Bersani i vizi di base che minano la riforma.
"Una riforma che dura deve avere come premessa un metodo di
discussione", ha elencato, "poi una riforma a carattere generale non
marcia se non parte dal positivo, se non e' punitiva e non ha il tono
del disprezzo. E ancora, non si fa una riforma senza un minimo di
investimento iniziale, anche se l'obbiettivo e' il risparmio. Infine,
una riforma e' buona se usa il rasoio di Occam su tutti gli aspetti
regolamentari, altrimenti si nasconde solo la polvere sotto il tappeto".
Non essendo partita la Gelmini da questi principi,
"inevitabilmente ci troveremo nei guai", ha avvertito Bersani.(AGI) .
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