I tre quarti dei
giovani italiani ritengono la pensione un evento improbabile e il 60
per cento non sa che cos’è o come si ottiene il riscatto della laurea.
Il dato emerge da un sondaggio, intitolato “Il rapporto tra i giovani
italiani e la previdenza“, effettuato da Comunità&Impresa su 600
laureati under 35.
Uno scenario carico di sfiducia sul futuro confermato anche dai numeri
relativi all’effettiva richiesta di ricattare ai fini pensionistici il
periodo di studi universitari. Nel 2010, infatti, le domande di
riscatto sono state circa 20.000, contro una media annua di 300.000
laureati. Nel 2008, anno di entrata in vigore del nuovo sistema, le
adesioni erano state 60.000, con un dimezzamento a 30.000 nel
2009.
Oltre al calo anche sproporzione tra laureati e aderenti è
evidente, ma probabilmente si giustifica con il fatto che le riscattare
la laurea ha un costo decisamente sostenuto. Certo, la spesa da
affrontare aumenta all’aumentare del reddito, e questo favorisce i
neolaureati che hanno ancora contratti precari e a tempo parziale.
Ma una persona che si è laureata 15 anni fa e oggi ha un reddito lordo
annuo di 30.000 euro per vedere riconosciuto il suo corso di studi ai
fini previdenziali si troverebbe a pagare 10.000 euro per ciascuno
degli anni di durata del suo corso di laurea. Il giovane con uno
stipendio di 10.000 euro l’anno pagherebbe giusto un terzo, 3.300 euro,
mentre paradossalmente chi non lavora paga di più, 4.800 euro, dal
momento che l’Inps prende a riferimento la paga base di un artigiano o
commerciante, pari a 14.500 euro lordi l’anno.
Difficile anche calcolare la cifra da pagare per chi ha conseguito la
laurea prima del 1996, anno in cui è entrato in vigore il sistema
contributivo. Ad ogni modo gli incentivi per favorire il riscatto della
laurea non sono da sottovalutare. Innanzitutto la cifra versata dal
lavoratore viene interamente dedotta dal reddito, deduzione che diventa
del 19% nel caso di riscatto della laurea del figlio ancora fiscalmente
a carico dei genitori. L’altra facilitazione è legata alla possibilità
di versare la somma dovuta in dieci anni, con 120 rate mensili e senza
interessi.
La scarsa adesione, allora, è soltanto legata a ragioni economiche?
Sicuramente, spiega il presidente dell’Inps Antonio Mastropasqua, c’è
una carenza di informazione nei confronti dei laureati e le procedure,
per la verità non particolarmente complesse, potrebbero essere
ulteriormente semplificate. Sul fronte della semplificazione, a breve
sarà possibile presentare la domanda anche direttamente on line,
affiancando questa funzione al pagamento via internet già attivo, e
l’Inps acquisirà i dati sulla laurea direttamente dal Miur, in modo da
esonerare gli utenti dall’esibizione dell’attestato.
Per potenziare la conoscenza del meccanismo e della sua utilità, il
prossimo 25 maggio nel corso della manifestazione “Una giornata per il
futuro”, si svolgerà in tutta Italia una campagna di informazione
dedicata ai giovani sui temi legati alla previdenza. “Per la prima
volta – ha spiegato il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi –
dedicheremo una giornata alla cultura previdenziale e alla sua
diffusione”. (da http://www.universita.it)
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