Corsa contro il
tempo sulla ricerca. Agli 1,7 miliardi stanziati da qui al 2013 per
realizzare i 14 «progetti bandiera» presentati ieri il ministero
dell'Istruzione conta di aggiungerne a stretto giro altri 900 milioni
tra fondi europei e non, per il finanziamento di due nuovi bandi su
distretti e infrastrutture e una "fiche" aggiuntiva di 500 milioni
sulla ricerca industriale. Tutto ciò in attesa del pacchetto
semplificazioni che dovrebbe vedere la luce con il decreto sviluppo
atteso agli inizi di maggio.
Il primo atto della strategia con cui l'Esecutivo punta a portare gli
investimenti pubblici in R&S dall'attuale 0,56% del Pil all'1,53%
entro il 2013 è costituito dal programma nazionale per la ricerca (Pnr)
2011-2013. Che il Cipe ha approvato tre settimane fa e che la
responsabile di viale Trastevere, Mariastella Gelmini, ha illustrato in
mattinata nella Sala capitolare del Senato alla presenza di rettori,
tecnici e scienziati. Oltre che del commissario Ue all'Industria,
Antonio Tajani, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
Gianni Letta, e dei ministri Ferruccio Fazio (Salute), Stefania
Prestigiacomo (Ambiente) e Raffaele Fitto (Affari regionali). Tutti
coinvolti in maniera più o meno diretta nelle 14 iniziative giudicate
prioritarie dal
Miur.
Molteplici i settori interessati dai «progetti bandiera». Si va
dall'aerospazio alla fisica, dalla formazione nel nucleare
all'epigenomica, dall'ingegneria marina alla fisica fino alla
formazione in campo nucleare. Definite anche le risorse a disposizione:
1.772 milioni, provenienti dai bilanci degli enti interessati e dal
Fondo agevolazione e ricerca (Far). Che rappresentano una prima fetta
dei 6 miliardi che il Miur conta di destinare al comparto R&S nei
prossimi tre anni. Con la speranza che gli altri dicasteri e le Regioni
facciano altrettanto utilizzando il piano per il Sud che Fitto sta
mettendo a punto.
Nel presentare i contenuti del piano il ministro Gelmini ha commentato:
«Dopo molti anni finalmente l'Italia può avere uno strumento di
pianificazione volto al rilancio della ricerca». Riconoscendo che c'è
ancora «un gap da colmare» rispetto ai nostri competitor europei e
ancora di più nei confronti di quelli d'oltreoceano, la responsabile
del Miur ha assicurato che nell'immediato futuro ci si concentrerà su
«pochi grandi progetti per il rilancio del Paese e del Mezzogiorno».
Senza contare, ha spiegato, che ulteriori spinte innovative giungeranno
dall'Agenzia di valutazione (Anvur) che si insedierà oggi e dalla
abbinata semplificazioni-agevolazioni annunciato nel pacchetto sviluppo
(su cui si veda l'articolo qui sotto).
Per ammissione della Gelmini il secondo strumento per il rilancio
passerà dai fondi europei. E in particolare dal programma operativo
nazionale (Pon) Ricerca e competitività 2007-2013 che da solo vale
quasi metà dei 6 miliardi indicati dal Pnr. Per impegnare entro il 31
maggio tutto l'impegnabile e spendere entro il 31 dicembre tutto lo
spendibile, l'Istruzione proverà uno sprint in tre tappe. A cominciare
da un addendum da 500 milioni sul bando per la ricerca industriale (da
465 milioni) per cui sono in corso le procedure di valutazione. Una
volta che i governatori di Campania, Calabria, Sicilia e Puglia avranno
dato il loro assenso, la dote per le imprese aggiudicatarie sfiorerà
quindi il miliardo di euro.
Imminente è anche una duplice novità sui distretti industriali e i
laboratori pubblici-privati. Ai 915 milioni già banditi e suddivisi in
due azioni – da un lato le realtà già esistenti (per le quali si è in
fase di validazione), dall'altro le nuove strutture (per cui le domande
scadranno il 23 aprile), ndr – seguirà un nuovo bando da 400 milioni
rivolto ai distretti del Centro-Nord. Utilizzando le risorse nazionali
del Far anziché quelle comunitarie e coinvolgendo le Regioni con
appositi accordi di programma.
Dalla dote Ue si attingerà infine per destinare altri 500 milioni alle
infrastrutture territoriali. Il bando è praticamente pronto e dovrebbe
arrivare entro fine mese. Sarà destinato a università ed enti di
ricerca. Ma la speranza del Miur è quella di dar vita a dei grandi
laboratori che possano poi essere utilizzati anche dalle aziende del
circondario.
(Eugenio
Bruno da IlSole24Ore)
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