Altro che
100 e Lode! Se invece di fare l’esame nel 1967 lo avessi fatto oggi, il
mio voto finale sarebbe 64/100. La media dei miei voti di maturità
classica è stata 6,4. Dieci materie: in quattro ho preso 7 e nelle
altre 6. Non ero il più bravo della mia classe: 8 siamo usciti promossi
a giugno, 15 rimandati a settembre, 4 bocciati e respinti, come si
diceva allora senza mezzi termini. Dal 1969 al 1999 il voto massimo era
60/sessantesimi. In proporzione io avrei avuto 38/60. Per questo più
volte ho dovuto mostrare ai miei alunni increduli il mio diploma
preuniversitario.
Dal 2000 ad oggi le O.M. sull’esame di Stato ripropongono l’art.
8 sul credito scolastico col copia-incolla: “In considerazione
dell'incidenza che hanno le votazioni assegnate per le singole
discipline sul punteggio da attribuire quale credito scolastico e, di
conseguenza, sul voto finale, i docenti, ai fini dell'attribuzione dei
voti sia in corso d'anno sia nello scrutinio finale, utilizzano
l'intera scala decimale di valutazione”. (O.M. 42/201, art. 8 c. 1).
Quest’anno viene aggiunta la motivazione del rapporto dei i voti
decimali al punteggio finale dell’esame. Siccome fare cambiare
mentalità agli insegnanti sulla valutazione è cosa ardua, il ministro
di turno usa l’indicativo: “i docenti utilizzano” i voti da 1 a 10.
Quanti lo facciamo? Il decreto appositamente ignora il calcolo
matematico e la proporzione numerica. Così, se una prova scritta è
valutata sufficiente dovrà avere 10 punti e non 9/15 e al colloquio la
sufficienza porterà al candidato 20 punti e non 18/30, in barba ad
Archimede Pitagorico. Il Legislatore inoltre ha inventato il sistema
della integrazione del punteggio, fino a 5 punti, che tutti chiamano
“bonus”. Siccome per arrivare a 100/100 potrebbero mancare
pochi punti, allora la commissione può assegnare, secondo dei motivati
criteri, da uno a cinque punti a coloro che hanno iniziato l’esame con
almeno 15 punti di credito e hanno conseguito almeno 70 punti (nelle
tre prove scritto-grafiche più il colloquio). Facendo due conti: se un
alunno per tre anni ha avuto una media di 6,3 possibilmente ha già 15
punti di credito. Gli basta fare discretamente l’esame con la media
decimale di 7 ed avere speranza di integrazione-bonus. Così il suo
punteggio lieviterà da 85 a oltre 90/100. Un bel risultato. Si chiama
meritocrazia? No, si chiama calcolo matematico creativo. Il voto finale
dell’esame di Stato si costruisce infatti numericamente come un
edificio di mattoncini Lego: si sommano i punti credito del
triennio, quelli delle tre prove scritto-grafiche, quelli del colloquio
e - se occorre - l’integrazione (il cosiddetto “Bonus”). Il cento non è
impossibile, con buona pace dei voti decimali dei nostri tempi.
Altro discorso è il conseguimento della Lode. Il D.M. 99/2009 ha
deliberato sui criteri uniformi per l’attribuzione della lode nei corsi
di studio di istruzione secondaria superiore in seguito ai risultati di
eccellenza negli ultimi tre anni del percorso scolastico e nelle prove
d’esame. Esattamente nell’art. 3 ci dice che lode può essere attribuita
ai candidati che: a) abbiano conseguito il credito scolastico
massimo complessivo attribuibile (25/25) senza fruire di integrazione e
per voto unanime del Cdc; b) abbiano riportato negli scrutini
finali relativi alle classi penultima e ultima (e anche nella
terzultima dal 2012) tutti voti uguali o superiori a otto decimi, anche
nel comportamento; c) abbiano raggiunto, all’unanimità della
commissione, il massimo punteggio in tutte le prove degli esami
(75/75). Solo così i ragazzi delle scuole superiori italiane potranno
fregiarsi della lode - prestigioso titolo di superbravo – e di un
assegno dallo Stato che in soldoni vale 650 €. Prima veramente erano
1000 €, ma ormai siamo passati dai soldi ai saldi. Con tutte queste
clausole è facile anche prevedere un drastico calo di centisti
laudati rispetto ai tre anni passati. I numeri di Tremonti vanno al
risparmio taglia-taglia. Non sono profeta, né figlio di profeti.
Prevedo però che il prossimo anno l’OM. 2012 sugli esami, all’art. 20,
aggiungerà oltre la lode… il bacio in fronte, che è a costo zero, o
quasi.
Il vecchio docente ama e odia questo nuovo esame di Stato. Ne conosce
tutti i meandri anche i più nascosti. Ma sono d’accordo
quest’anno con la Gelmini per il ritorno nelle bacheche
scolastiche dei voti di ammissione. Siamo art. 3 c.6: “L’esito della
valutazione, se positivo prevede la pubblicazione, all’albo
dell’Istituto sede d’esame, del voto di ciascuna disciplina e del
comportamento, del punteggio relativo al credito scolastico dell’ultimo
anno e del credito scolastico complessivo, seguiti dalla dicitura
«Ammesso». Brava Mariastella. Le consiglio, se il prossimo anno sarà
ancora ministra del MIUR, di autorizzare la pubblicazione distinta dei
tre punteggi delle prove scritto-grafiche precedenti il colloquio. Si
chiama “trasparenza degli atti”. Spesso viene sacrificata sull’altare
della cosiddetta “privacy”.
Buoni numbers a tutti i docenti.
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com