Mentre il
ministero dell'Istruzione sta ultimando le procedure per assumere 2.386
nuovi presidi, venerdì dovrebbe
uscire il bando in gazzetta ufficiale, dalla manovra
finanziaria giungono disposizioni che nei prossimi mesi faranno sparire
tantissimi posti come dirigente scolastico: il cosiddetto
'dimensionamento' delle scuole, le procedure che porteranno alla
cancellazione o all'accorpamento degli istituti più piccoli, provocherà
la sparizione di tutti i capi d'istituto, si stima fino ad oltre 1.800,
che oggi operano negli istituti con meno di 500 alunni.
Se dovesse realizzarsi per intero quanto contenuto nel V comma
dell'articolo 19 della manovra economica, circa 1.500 presidi spariranno perché
titolari di scuole con un numero di alunni compreso tra 300 e 499;
altri 300 posti si dissolveranno
perché legati addirittura a realtà scolastiche come meno di 300 alunni
(35 collocate nelle regioni del nord, oltre 200 al sud e nelle isole).
Secondo Reginaldo Palermo, redattore del periodico 'La Tecnica della
Scuola', siamo di fronte ad un fenomeno che per il settore potrebbe
rivelarsi "un vero e proprio tsunami". Che però non colpirà
indistintamente tutte le zone d'Italia, ma si concentrerà soprattutto
al meridione.
"I dati - continua Palermo - mettono in evidenza che il fenomeno
delle scuole sottodimensionate è tipico di alcune regioni e che in
qualche provincia è addirittura una regola. In Campania, per esempio, sono concentrate
quasi 350 scuole fuori regola: più di 60 con meno di 300
alunni, le altre con un numero di alunni compreso fra 300 e 500. E in
questa regione l'applicazione delle nuove regole comporterebbe problemi
e difficoltà a non finire, ai fini dell'assunzione dei vincitori di
concorsi, dal momento che le sedi attualmente libere sono solamente
150".
Ma ci sono anche i casi della Sicilia
(più di 200 scuole sottodimensionate, di cui una trentina con meno di
300 alunni), della Calabria (180, con 35 a meno 300 alunni), della
Puglia (quasi 200 scuole). Molti problemi potrebbero esserci anche
nelle piccole regioni dell'Abruzzo (80 scuole non in regola) e del
Molise (una cinquantina). Nelle regioni del nord la situazione sembra
sotto controllo anche se in Piemonte e in Lombardia si contano una
settantina di scuole con un numero di alunni inferiore a 500: ma in
queste due regioni i posti vacanti sono diverse centinaia.
"Molti sperano comunque che la norma venga modificata in fase di
conversione in legge del decreto. L'ipotesi più probabile è che la
norma resti ma che vengano definiti tempi più distesi per la sua
applicazione". Nel frattempo, però, potrebbe entrare a regime un'altra
norma prevista sempre dalla manovra ora all'esame del Parlamento: si tratta della fusione degli istituti
vicini a livello di scuola d'infanzia, primaria e media. In questo caso
ad essere coinvolti nel 'dimensionamento', che dovrebbe partire già "a
decorrere dall'anno scolastico 2011-2012", sarebbero addirittura più di
3mila.
"Non è affatto detto però - conclude l'esperto de 'La Tecnica della
Scuola' - che possano essere tutte accorpate: le più grandi, con più di
mille alunni, rimarranno necessariamente autonome, mentre per alcune,
probabilmente nell'ordine delle centinaia, la fusione si attuerà. Anche
in questo caso riguarderà le scuole più piccole". Facendo scomparire
altri ulteriori posti da dirigente scolastico. (TMNews)