A quegli antichi sacerdoti-astronomi del centro America preferisco il Carpe diem di Orazio Quinto Flacco: “Non domandarti – non è giusto saperlo – a me, a te quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri, o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà: se molti inverni Giove ancor ti conceda o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino – breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo e fugge il Tempo geloso: carpe diem, non pensare a domani”. (Odi 1, 11, 8)
Oggi gli auguri degli àuguri moderni e contemporanei sono più drammatici e un po’ più “volgari”. E sono i miei auguri a tutti i lavoratori della conoscenza per questo ennesimo difficile tormentato problematico e drammatico a.s. 2011-12
a) In bocca al lupo. Di cui preferisco la dotta interpretazione che salva fratello lupo. L’augurio che il cacciatore si trovi sempre di fronte, de visu, di faccia, in bocca a quel cane lupo affamato che se arriva alle spalle sono guai seri. Meglio sempre… in bocca!
b) In culo alla balena. Anche qui non è un mandare a fanc… il cetaceo. Si augura ai balenieri di incontrare la balena (bianca, nera grigia…) su una rotta diversa dalla propria nave vedendola di coda (culo) e non che sbuchi improvvisamente dal fondo marino, in un attacco mortale a sorpresa
c) Mucha mierda. Lo dicono i cugini spagnoli augurandosi che tante carrozze con cavalli già ben satolli accompagnino spettatori paganti ai loro spettacoli teatrali. Per questo calpestare feci porta bene, anche se rovina le scarpe… e infastidisce l’odorato!
Per i miei 24 lettori (uno meno del Manzoni !), anticipo il mio intervento che farò inserire a verbale nel Collegio dei docenti di domani 1° settembre 2011 ore 9.
Il sottoscritto, docente di “ruolo” a tempo indeterminato con stipendio fisso, (cioè “bloccato”)
dichiara
1. Di volersi attenere, stricte sensu, al CCNL
del 2007-9 (Art 26-29) per tutto l’a.s. 2011-12.2. Di non accettare nessuna ora eccedente l’orario di cattedra, né supplenze nelle classi “scoperte”, né corsi IDEI o insegnamento nel quinto anno integrativo del liceo artistico, in modo da agevolare i colleghi precari
3. Di avere intenzione di non approvare in blocco il POF
4. Di non preparare programmazioni per le classi ma di attenersi ai programmi ministeriali
5. Di non accettare incarichi di Tutor
6. Di non voler fare parte di nessuna Commissione
7. Di essere contrario alle Gite di Istruzione
8. Di non fare nuove adozioni di libri di testo
9. Che parteciperà alle riunioni degli organi collegiali lo stretto tempo necessario
10. Che correggerà i compiti degli alunni durante le ore di lezione
Quando nel settembre del 1970 mi presentai, per la prima volta da questa parte della cattedra, ai miei primi alunni di quel liceo classico con 4 anni meno di me, dissi poche parole. Il cui succo era questo: “Voi sarete le mie cavie e mi scuso con voi. Nessuno mi ha insegnato ad insegnare. Ma ho un entusiasmo straordinario”. E svolsi la mia prima lezione di filosofia. Alla fine dell’ora, in corridoio, un alunno mi definì: “Illuso e fanatico. Fanatico per la scuola e la cultura. Illuso per una scuola che non esiste…”
Conservo, in quadernoni, tutti i nomi dei migliaia di alunni a cui spesso ho augurato con un buffetto sulla spalla: In bocca al lupo!
Giovanni Sicali
(ex “illuso e fanatico”)
giovannisicali@gmail.com