Con 7.200 lire, che
oggi sono meno di 3,62 euro, la carne non ci scappa. E figuriamoci il
pesce. E allora il Comune di Foligno (Pg) ha preso la decisione di
mettere a dieta il personale delle scuole cittadine. Insegnanti e Ata,
quelli che svolgono il tempo pieno e quindi si fermano a scuola anche
il pomeriggio, salteranno una portata, perché, con i soldi che passa lo
Stato (7.200 lire, appunto, ovvero 3,62 euro, la stessa cifra del 2000)
non si riesce a pagare un pasto completo che nelle mense scolastiche di
Foligno costa 5,72
euro.
Così, come si legge in una circolare del Comune indirizzata ai
circoli didattici cittadini, "dal momento che continua a non pervenire
da parte dello Stato l'intera copertura del costo del pasto, il Comune
di Foligno si vede costretto ad erogare al personale insegnante e Ata
un pasto che rientri nella somma liquidata dallo Stato". Pertanto, "a
far data dall'inizio del servizio di refezione e fino a quando lo Stato
non corrisponderà l'intero costo, il pasto fornito al personale avente
diritto sarà composto da un primo e un contorno". Firmato, la dirigente
dell'Area Sviluppo economico e formazione del Comune.
“All'inizio pensavamo ad uno scherzo – spiega Marco Mattioli,
insegnante folignate intervistato ai microfoni di Radioarticolo1 – poi
abbiamo visto la circolare e ci siamo resi conto che è tutto vero. La
cosa più assurda è che non ci è data nemmeno la possibilità di
integrare di tasca nostra per avere il pasto completo. Tra l'altro, il
danno non è solo per noi, ma anche per i bambini. Infatti, il momento
del pasto ha un grande valore educativo e vedere il nostro piatto vuoto
mentre loro devono mangiare, spesso controvoglia, anche il secondo, non
aiuta affatto”. (di Fabrizio Ricci da
Rassegna.it)
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