Per la CGIL e la FLC
CGIL il sistema pubblico delle pensioni è parte fondamentale dello
Stato sociale che deve garantirne la sostenibilità in un quadro
normativo definito e i cui cambiamenti devono avvenire di concerto
con le parti sociali.
Siamo in campo per difendere il sistema pubblico delle pensioni e
sottrarlo all'agone politico dove si scontrano interessi contrapposti
che poco hanno a che vedere col destino dei lavoratori e dei loro
diritti.
Era passato un mese dall'ultima modifica al sistema previdenziale
(Legge 111/11) effettuata dal Governo Berlusconi, che di nuovo per
raggiungere il pareggio del Bilancio imposto dall'Europa si introducono
con la manovra anticrisi di agosto ulteriori restrizioni ai diritti
pensionistici.
Le aspettative dei mercati prevalgono sulla qualità della vita dei
cittadini e dei lavoratori, i cui diritti sono per questo Governo il
salvadanaio a cui attingere per rimediare a tre anni di mancata
programmazione economica e di investimenti nella ricerca pubblica.
Per la terza volta nel giro di un anno si mette mano ai diritti
pensionistici, come se fossero una regalia, piuttosto che la
salvaguardia di un'anzianità dignitosa.
Per la terza volta nel giro di un anno si impedisce ai lavoratori di
programmare con certezza l'uscita dal lavoro, iniziato spesso, per le
generazioni con i requisiti attuali, in età precoce.
In un Paese dove il lavoro di cura è ancora affidato esclusivamente
alle donne, in un Paese in cui si sta pensando a tagli significativi
all'assistenza, allungare l'età pensionabile delle donne vuol dire
chiedere ad esse ancora una volta sacrifici maggiori.
(da Flc-Cgil)
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