Dal che si deduce che
se la prova vera e propria, espletate le procedure di rito, comincerà
alle 10 del mattino si concluderà alle 18 di sera.
Presumibilmente con pausa pranzo, pennichella, coffee break
pomeridiano. E naturalmente 4 o 5 uscite ai servizi igienici, dove sarà
agevole avere numerose consultazioni via cellulare sistemato nei
reggiseni o negli slip, dove i meno tecnologici avranno collocato
pacchetti di appunti, trasformando le prove scritte in improbabili
sfilate di superdotate/i.
Avevamo con tutti mezzi, chiesto che le prove fossero brevi,
strutturate, che privilegiassero la sintesi (parola innominabile al
MIUR), la capacità di andare al cuore del problema e tali da
rendere la correzione rapida, accurata, obiettiva e facilmente
condivisibile dalla commissione.
Avevamo contemporaneamente chiesto che fossero esplicitati i criteri di
valutazione, per cercare di rendere le correzioni obiettive,
trasparenti e omogenee sul territorio nazionale. Abbiamo anche mostrato
un insieme di possibili criteri. Ma
nulla.
Illustreremo fra pochi giorni sul sito le modalità del prossimo
concorso a presidi in Francia (2012). La Francia non è certo
all’avanguardia come i Paesi anglosassoni nella costruzione di prove
strutturate, eppure il confronto ci fa arrossire di vergogna.
L’unica possibilità residua, se la posizione del MIUR resterà
irrevocabile, sarà di appellarci direttamente alle commissioni, perché
prevalga almeno in quelle sedi il buon senso.
Siano loro a decidere la lunghezza delle due prove scritte (brevi) e i
criteri di valutazione (chiari, obiettivi, trasparenti), ricercando un
coordinamento fra le varie regioni.
Se le commissioni non faranno questo lavoro e non metteranno in essere
rigorosi e severi sistemi di vigilanza, questa sortita delle 8 ore avrà
conseguenze deleterie. Ne elenchiamo alcune:
a) di fronte a un tale lasso di tempo molte commissioni non
proporranno un saggio breve e la soluzione di un caso (ma
l’Amministrazione sa di cosa si tratta?), ma di fatto il solito tema,
un tipo di prova del tutto retorica che nessun preside avrà mai
occasione di sperimentare nel suo lavoro quotidiano, e che
consentirà di valutare le capacità di un letterato o di un
pedagogo, non certo quelle di un dirigente di scuole del XXI secolo;
b) la correzione di tali elaborati richiederà moltissimo tempo,
ritardando le date di conclusione del concorso, con le conseguenze a
tutti note;
c) la definizione dei criteri di valutazione da parte della
commissione sarà faticosa e contrastata. È prevedibile che tali criteri
risulteranno generici se non arbitrari e assolutamente inadatti ad
apprezzare obiettivamente i risultati della prova. In questo modo
alcune commissioni, come è già avvenuto, potranno promuovere e bocciare
chi vogliono, lasciando spazio alle ingiustizie e peggio …;
d) sarà impossibile controllare l’autenticità degli elaborati
perché, come avviene in questi casi, con tanto tempo a disposizione, i
candidati si sentono autorizzati a copiare… e quelli che non copiano
sono considerati dei fessi.
Infine un’ultima domanda ai responsabili di questo concorso:
Come si concilia una preselezione che ha concesso 100 minuti per
risolvere 100 quesiti (1 minuto a quesito) con una prova che concede 8
ore (leggasi OTTO ore) per scrivere la soluzione di un caso?
E se 8 ore vi sembran poche … (da Adi)
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