Tra le famiglie alle
prese con la gestione del bullismo c'e' un diffuso disorientamento, un
atteggiamento di inerzia (in parte riconducibile ad una scarsa
conoscenza di questo fenomeno e alla complessita' della sua gestione) e
una tendenza alla minimizzazione e alla normalizzazione. E' quanto
emerge dall'Indagine Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e
dell'Adolescenza di Telefono Azzurro ed Eurispes che fornisce una
fotografia degli atteggiamenti, delle idee e dei comportamenti dei
bambini e degli adolescenti presentata oggi a
Roma.
Forse i genitori, spiegano Telefono Azzurro ed Eurispes, non
intervengono perche' sono poco a conoscenza di cio' che davvero accade
nelle vite dei figli e minimizzano il fenomeno del bullismo: il 37,7%
dei genitori, infatti, e' almeno un ''po''' d'accordo con le
affermazioni come ''il bullismo e' raro, si fa molto rumore per nulla''
e che simili situazioni siano prive di ''gravi conseguenze''. Il 34,1%
dei genitori si riconosce inoltre almeno un ''po''' nell'idea secondo
cui ''il bullismo e' parte della normale esperienza dei bambini e degli
adolescenti'', mentre un cospicuo 26,1% non esprime un disaccordo con
l'idea che questi episodi siano addirittura ''un'opportunita' per
imparare a gestire lo stress e le intimidazioni''.
I genitori messi al corrente di atti di bullismo subiti dai propri
figli indicano di essere stati informati soprattutto di provocazioni e
prese in giro ripetute (16,7%), seguono le offese immotivate (14,2%) e
la diffusione di informazioni false o cattive sul conto del proprio
figlio (9,4%). Minore e' il numero di furti di denaro (1,7%), percosse
(2,3%) e minacce (3,2%).
Per contrastare gli atti di bullismo, i genitori suggeriscono ai figli
soprattutto di ignorare il comportamento del bullo o dei bulli (15,2%)
e li invitano a coinvolgere nel problema gli insegnanti (12%). Alcuni
invece preferiscono lasciare il proprio figlio libero di decidere il
tipo di comportamento da assumere in simili circostanze (8,8%). Piu'
marginali le risposte ''attive'' messe in campo dai genitori: se e'
vero che l'8,4% si rivolto personalmente agli insegnanti o al preside
della scuola, solo nell'1,1% dei casi la famiglia della vittima ha
optato per un confronto con quella del bullo. Ancora inferiore e', poi,
la percentuale di coloro che si sono rivolti direttamente ai bulli
(0,7%), che hanno sporto denuncia (0,7%) o che hanno optato per un
cambio di istituto scolastico (0,1%).
Tra i genitori prevale un'inclinazione a sostenere indirettamente il
proprio figlio dinanzi ad episodi di bullismo, anziche' intervenire in
prima persona. (ASCA)
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