L’inserimento
dei 23mila abilitati nelle graduatorie ad esaurimento è una vittoria di
civiltà. Chi ha interessi localistici farebbe bene a farsene una
ragione.
Ancora una volta, però, il sindacato deve fare i conti con chi ha a
cuore solo gli interessi di una parte territoriale del personale
scolastico: tra questi c’è il Senatore Mario Pittoni, Capogruppo della
Lega Nord in Commissione Istruzione del Senato, che sulla strategia
vincente dell’Anief, accolta e promossa da diversi parlamentari, pone
ancora una volta degli interrogativi provocatori. Per tranquillizzare i
diretti interessati ed informare l’opinione pubblica, il presidente
dell’Anief, Marcello Pacifico, ha deciso di rispondere punto su punto a
tali affermazioni.
A proposito del quesito relativo
al fatto se sia “giusto permettere ai nuovi docenti abilitati di poter
scegliere la provincia di inserimento conoscendo perfettamente i
punteggi di tutti gli altri candidati già inseriti”, Pacifico ritiene
che la stessa procedura “è stata adottata nel 2008 proprio dall’ex
maggioranza del Senatore Pittoni quando agli specializzati del IX ciclo
fu consentito l’inserimento nelle graduatorie: in quella occasione il
suo partito ne votò l’inserimento”.
Queste le altre risposte al Senatore.
PITTONI: “Nel precedente aggiornamento era stato garantito che le
graduatorie ad esaurimento sarebbero state bloccate per 3 anni senza
nuovi aggiornamenti o nuovi inserimenti. Come giustificare la nuova
decisione che va in direzione diametralmente opposta?”.
PACIFICO: “Si sta procedente esattamente come già accaduto nella
provincia autonoma di Trento, dove, sebbene le graduatorie fossero
stato chiuse per cinque anni, il Consiglio Provinciale emendò la norma
vista la palese disparità di trattamento, aprendo eccezionalmente le
graduatorie”.
PITTONI: “Cosa rispondere a un docente che ha scelto una determinata
provincia nell'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento dell'anno
scorso e a questo punto potrebbe ritrovarsi scavalcato da nuovi
inseriti?”
PACIFICO: “La Corte Costituzionale già dal 2004 ha chiarito che non è
l’anzianità di maturazione del titolo a poter garantire l’assunzione
dallo Stato, ma il punteggio conseguito”.
PITTONI: “Avrebbe o no diritto questo docente a vedersi confermare in
tribunale un diritto che, nel momento in cui aveva fatto domanda, gli
veniva garantito e che adesso non risulterebbe più riconosciuto (non
potendo modificare la sua posizione in graduatoria, ma dovendo subire
l'inserimento di nuovi candidati)?”
PACIFICO: “L’inserimento dei nuovi abilitati si attuerà per il prossimo
anno scolastico e non per quello in corso”.
PITTONI: “Al ministero dell’Istruzione ci si rende conto che aprendo le
graduatorie diventa difficilissimo, se non impossibile, reclutare
docenti attraverso concorso, poiché ci sarà costantemente una massa
enorme a reclamare i posti (che nel tempo sono destinati a essere
sempre meno) disponibili in conseguenza dei pensionamenti?
PACIFICO: “Al Senatore Pittoni dovrebbe interessare prima di tutto il
rispetto della Costituzione italiana”.
A proposito dello scenario prefigurato dal Senatore Pittoni sulle
conseguenze dell’emendamento approvato (“offrire alle associazioni di
avvocati specializzate nel settore, un’altra occasione per intascare
milioni di euro” e la presentazione di “decine di migliaia di
ricorsi che immancabilmente gli insegnanti delle liste ad esaurimento
(oltre 200mila) ‘scaricherebbero’ in tribunale), il Presidente Pacifico
dichiara che “nessun ricorso è stato fatto o vinto contro gli
specializzati del IX ciclo inseriti nelle graduatorie. Non si vede
perché oggi dovrebbe andare diversamente”.
Riguardo, infine, alla improbabile riforma prospettata dal Senatore
Pittoni di introdurre una riforma sul reclutamento che preveda
“l’inserimento dei nuovi abilitati nella “sezione aperta” di albi a
carattere regionale” (…) “con il punteggio derivante dal concorso, che
sarà su direttive nazionali - uguali per tutti - ma gestito a livello
regionale”, il Presidente dell’Anief sostiene che “nessun senso avrebbe
reclutare secondo criteri residenziali contrari alla mobilità dei
lavoratori sancita dalla costituzione. Se si attuasse un modello come
quello prospettato dalla Lega, allora sì che si avrebbero migliaia di
ricorsi”.
(da Anief)
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