Per raggiungere buoni risultati, non conta tanto "quanto" si spende per l'intera istruzione nazionale, ma "come" si spendono le risorse. Una analisi che, in buona sostanza, boccia l'intera politica scolastica portata avanti dal precedente governo, che ha ripristinato il voto di condotta, i giudizi numerici all'elementare e alla media e che ha introdotto un limite massimo di assenze per essere scrutinati. Ma che ha anche ridotto paurosamente il potere d'acquisto degli stipendi degli insegnanti mettendoli sul banco degli imputati ad ogni piè sospinto.
"Denaro fa rima con buone prestazioni in Pisa?", si chiedono gli esperti Ocse. Dipende dal tipo di economia. In paesi dove il
Pil è piuttosto modesto - inferiore ai 20 mila dollari Usa per abitante - un maggiore investimento complessivo nella scuola induce migliori risultati dei propri alunni. Ma nelle cosiddette economie ad alto reddito - con Pil pro-capite superiore a 20 mila dollari - non è così. L'esempio è proprio l'Italia, che può vantare un Pil superiore a 30 mila dollari per abitante, ma che mantiene performance piuttosto modeste in Lettura. "In economie ad alto reddito - spiegano dall'Ocse - i sistemi di istruzione tendono a privilegiare la qualità degli insegnanti in relazione alla dimensione delle classi".
Per dimostrarlo, è stata fatta la correlazione tra i risultati in Lettura e la spesa complessiva per la formazione di un alunno dai 6 ai 15 anni. "Al di là dei 35 mila dollari Usa per alunno, l'ammontare della spesa non è più legato alle performance", spiegano da Parigi. "Ad esempio, i paesi che spendono oltre 100 mila dollari, come gli Stati Uniti, Lussemburgo Norvegia e Svizzera, hanno un livello di prestazioni simile a paesi che spendono meno della metà di tale importo, come Estonia, Ungheria e Polonia", continuano. "Cosa contribuisce allora a migliorare le performance nei paesi ad alto reddito?", si domandano.
I paesi ad alto reddito più performanti investono maggiormente sugli insegnanti e sul sistema, per evitare l'insuccesso scolastico. "In Corea e ad Hong Kong, i paesi in cima alle classifiche Pisa, gli insegnanti del primo ciclo di istruzione secondaria guadagnano più del doppio del Pil pro-capite del loro paese". "Complessivamente, i paesi che presentano le migliori performance in Pisa attirano i migliori allievi verso la carriera dell'insegnamento, offendo loro salari più elevati e un migliore status professionale". Di contro, in questi paesi il numero di allievi per classe è più elevato. In poche parole, l'affollamento delle classe - entro certi limiti - non è legato alla performance del sistema educativo del singolo paese.
Ma non solo. I paesi i cima alle classiche internazionali per risultati dei propri quindicenni "mostrano un livello di attenzione elevato all'insieme dei propri alunni". In questi paesi la scuola e i docenti non lasciano indietro gli alunni che stanno fallendo, bocciandoli, non li trasferiscono in altre scuole e non li raggruppano per livelli di competenze quando non riescono ad apprendere. "Indipendentemente dal livello di ricchezza, i paesi che si impegnano, tanto in termini di risorse che di politiche, a garantire il successo formativo a tutti i propri alunni ottengono migliori risultati dei sistemi educativi che tendono 'escluderè gli alunni meno bravi o coloro che presentano problemi di disciplina o con bisogni speciali".
di Salvo Intravaia (Repubblica.it)