Il filo rosso che unisce il
disastro provocato dalle prove preselettive del concorso a dirigenti
scolastici e le prove preselettive per il TFA: le prove a risposta
multipla. La preselettiva TFA ha impegnato 175.000 candidati per
ventimila posti disponibili. Gino Luzzatto (Università di Genova)
scrive così sul l’Unità del 25 luglio: “Alcuni quesiti erano sbagliati
(più di una risposta corretta, oppure nessuna); quasi tutti erano
squallidamente nozionistici. Ciò che è disastroso è che non si è
trattato di un primo ragionevole filtro tra i concorrenti, bensì di una
selezione del tutto irrazionale. L’elaborazione dei dati, svolta per le
prime 5 classi da Francesco Coniglione sul sito www.roars.it, mostra
quanto segue. La percentuale di candidati sufficienti ha come estremi
l’81% (lingua araba) e il 3,5% (filosofia e pedagogia), mentre per le
altre 3 classi varia tra il 25% e il 36%. Poiché non è credibile che vi
siano tali enormi differenze nella qualità della preparazione fornita
ai laureati delle diverse discipline, e neppure che meriti la
sufficienza solo un quarto dei laureati in matematica (corso
considerato severo), e solo uno su 29 in filosofia, ciò dimostra che
non si è stati capaci di tarare correttamente l’insieme dei quesiti
(erano disponibili 3 minuti per quesito)”. Il dato più clamoroso è
l’esito della prova preselettiva per la classe a036: lo hanno
affrontato in quattromila e lo hanno passato in 141 (nessuno a in otto
università). Il danno ai candidati è enorme, anche perché questa via
dei TFA sarà chiusa quando andrà a regime il nuovo sistema di
formazione universitaria all’insegnamento (cioè nell’a.a. 2014-2015, in
quello successivo. Lo abbiamo scritto, e dopo le preselezioni TFA,
disastrose per i giovani – dobbiamo ripeterci:
1. Le prove selettive a risposte multiple verificano obiettivi
tassonomici di basso livello.
2. E’ inconcepibile che in concorsi dai quali debbano uscire docenti o
dirigenti, si faccia passare l’uno o l’altro candidato misurandone la
performance, e non gli obiettivi di competenza.
3. Nel testo delle domande a risposte multiple, i valutatori devono
necessariamente mettere il becco. Si sa che “per un punto Martin perse
la cappa”, e che la Sibilla fregò il soldato dicendo: “ibis, redibis
non, morieris in bello”, e facendo intendere: “ibis, redibis, non
morieris in bello”.
4. E’ noto che esistono prove di tipo strutturato (con risposte
“chiuse”) che sono più confacenti a obiettivi tassonomici complessi, e
che sono di confezionamento più sicuro per i valutatori - in quanto non
devono inserire parole proprie - e di comprensione univoca per i
candidati.
5. Rimanendo nell’ambito delle prove V/F, dall’elenco parziale si
potrebbe individuate il tipo di prova strutturata che dà maggiori
garanzie (in ordine al livello degli obiettivi da verificare; in ordine
alla obiettività della valutazione; in ordine alla univocità dei
significati). Ecco un elenco:
- a comparazione; propongono su finche elenchi di nozioni (ad es., uno
di date, l’altro di eventi; o uno di cause e l’altro di effetti) che
l’allievo deve collegare con frecce direzionali;
- a interpolazione di termini; comportano l’inserimento al posto
giusto, in un testo fornito, di termini che il valutatore ha espunto
(nel tipo a interpolazione guidata, li elenca in calce);
- a ripartizione di elementi o di frasi che il docente ha assemblato
artatamente, e che l’alunno deve distinguere secondo l’appartenenza
ricostruendo le sequenze originarie;
- a cancellazione e/o correzione di errori;comportano la cancellazione
e/o la sostituzione, in un testo, di termini o concetti che il
valutatore ha inserito artatamente e di cui segnala il numero;
- a completamento di frasi che l’insegnante ha interrotto o privato di
passaggi concettuali;
- a ricostruzione; consistono nel ripristinare la sequenza logica di un
brano che il valutatore presenta dopo averne modificato la struttura
(se ne fornisce, però, il senso complessivo).
6 (in subordine). Se il Miur ha qualche motivo per insistere a disporre
che le preselezioni si facciano con test risposta multipla, deve
incaricare valutatori che abbiano in ciò esperienza e pretendere che
prima di essere somministrate, le prove vengano tarate.
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