Federconsumatori:
situazione insostenibile - ROMA - Il 2012 ci costerà 2.333 euro in più.
O peggio: tra bollette, assicurazioni, trasporti pubblici, supermercato
e libri scolastici, Imu e benzina, ogni famiglia potrebbe ritrovarsi a
Natale ad aver speso quasi tremila euro in più rispetto all'anno scorso.
A fare i conti in tasca agli italiani in vista di un autunno di rincari
e un inverno di rigori, sono state a Ferragosto tutte le associazioni
di consumatori, da Codacons a Federconsumatori ad Adusbef. E il
verdetto è sempre lo stesso, non importano i parametri, le cifre o i
beni presi in considerazione: è in arrivo la stangata. L'Associazione
artigiani piccole imprese di Mestre si è anche presa la briga di fare
una piccola storia dei rincari da cui emerge che il 2012 segnerà
l'apoteosi del caro vita del decennio, soprattutto a causa
dell'esplosione delle tariffe pubbliche, aumentate in modo vertiginoso.
A fronte di un incremento del costo della vita pari al 24 per cento,
infatti, le bollette dell'acqua sono cresciute del 69,8, quelle del gas
del 56,7, quelle della raccolta rifiuti del 54,5, i biglietti
ferroviari del 49,8, i pedaggi autostradali del 47,5, l'energia
elettrica del 38,2 e i servizi postali del 28,7. A questi dati
scoraggianti per il portafoglio si aggiunge quello dell'aumento
(«abnorme e sconsiderato» nel commento del presidente del Codacons
Carlo Rienzi) del costo dei carburanti che provocherà fin da questo
autunno un aumento generalizzato dei prezzi dei generi alimentari con
punte fino al 10 per cento in più. Ecco dunque la prima voce a
esplodere nel bilancio famigliare: soltanto per mangiare, ogni famiglia
spenderà in media 550 euro in più. Il caro autunno fa prevedere un
Natale asciutto. «Le famiglie italiane - ha spiegato ancora Rienzi -
dovranno fare i conti a settembre con prezzi maggiorati fino al 10 per
cento, e reagiranno con una forte riduzione dei consumi, che di questo
passo proseguirà fino alla fine dell'anno, costringendo i consumatori a
un Natale gelido sul fronte degli acquisti». Ma la lista delle voci per
cui gli aumenti superano nettamente il tasso di inflazione è ben più
lunga della lista del supermercato. In cima all'elenco c'è l'Imu, la
nuova tassa sulla casa che pesa in media oltre 400 euro a famiglia, e
soltanto se si parla di prima casa. In base ai calcoli di Adusbef e
Federconsumatori l'inflazione «reale» con cui dovranno fare i conti gli
italiani è del 5,5-6 per cento. Oltre al cibo, svuoteranno le tasche le
tariffe del trasporto pubblico locale (48 euro in più in media a
famiglia). Per le bollette, gli aumenti calcolati dalle associazioni
sono di 110 euro in più per la luce, 113 euro in più per il gas e 63
euro in più per i rifiuti. Senza parlare dell'auto, che oltre
all'assicurazione, peserà per il pieno 378 euro in più rispetto
all'anno scorso. Per le associazioni di consumatori si tratta di
«aumenti insostenibili che determineranno pesantissime ricadute sulle
condizioni di vita delle famiglie e sull'intera economia che dovrà
continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei
consumi». Al governo un consiglio per cercare di rendere più
tollerabile il caro vita: « puntare sul rilancio e sulla ripresa della
domanda, con liberalizzazioni ed investimenti in innovazione e sviluppo
tecnologico». Secondo l'Osservatorio prezzi e mercati di Unioncamere la
corsa dei prezzi colpisce ormai soprattutto i bisogni primari delle
famiglie: affitto, utenze e tariffe, abbigliamento, arredamento,
elettrodomestici, mezzi pubblici e auto, ovvero voci che incidono per
il 48per cento sul bilancio domestico. «Dai dati - commenta il
presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - appare evidente che
per rilanciare i consumi occorre innanzitutto rallentare la corsa di
tariffe e tasse, locali e nazionali. Un primo passo è aumentare la
trasparenza della pubblica amministrazione, per capire come si formano
le tariffe dei servizi pubblici e come si possa meglio confrontarle con
quelle dei comuni e delle regioni più virtuose».
Francesca
Pierantozzi
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