Da
bambina ho conosciuto un'insegnante il cui marito (per fortuna, da
decenni ex marito e ormai anche ex vivo) era un uomo assolutamente
inutile. Lei si sbatteva dalla mattina alla sera: cattedra completa in
un istituto superiore, alcune ore in una scuola parificata, lezioni
private a casa (e in mezzo, naturalmente, la cura della famiglia, i
compiti da correggere, lo studio e l'aggiornamento costante, la lezione
da preparare per l'indomani fino all'ultimo giorno di
insegnamento).Doveva arrotondare. Lo Stato italiano è sempre stato
patrigno con gli insegnanti.
Non so se ci fosse un disegno, perché ad insegnanti
scontenti corrispondono studenti scadenti e dunque potenziali schiavi,
ma certo è che in questo Paese gli insegnanti sono sempre stati presi a
calci nelle gengive. E hanno sempre dovuto arrotondare. Ma almeno lo
facevano con le loro competenze: arrotondavano continuando a fare gli
insegnanti. Oggi invece, durante una trasmissione radiofonica, ho
sentito un professore presentarsi così: "Insegno latino e greco nei
licei e arrotondo con il videopoker". E scusate se non ce la faccio ad
incazzarmi con lui: lo so che un educatore certe cose non dovrebbe
farle né dirle, ma quando lo Stato ti paga male e per di più non fa
girare l'economia (e dunque la gente si guarda bene dal mandare i figli
a ripetizione) fargli la morale mi sembrerebbe un po' come spostare
l'obiettivo, il fulcro del discorso, il problema. Che invece è uno
Stato azionista della joint-venture "gioco d'azzardo", dove a mettere
il know-how è il più esperto e solido dei soci - quella società con il
più alto fatturato in Italia, non so se avete presente - e i profitti
vengono dalle tasche dei disperati (stupidi, illusi, incoscienti, tutto
quello che volete voi) che tentano di sbarcare il lunario, professori
compresi. Sì, il professore di latino e greco non dovrebbe dare il
cattivo esempio, ma lo Stato dovrebbe almeno provare un brivido di un
istante nel sapere che uno dei suoi dipendenti - e fra quelli più
qualificati - è costretto a darsi al vizio per arrotondare. E forse, a
questo punto, farebbe meglio ad arrotolare quel suo ormai inutile
diploma di laurea e metterlo dove di solito sta l'ombrello di Altan.
Tanto è uguale.
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